l’essenziale
Nel 1924 Luigi Marconato e la sua famiglia arrivarono alla stazione di Beaumont-de-Lomagne per iniziare una nuova vita in Francia. I loro discendenti si riunirono a Solomiac.
Una giornata per un secolo di presenza in Francia e una storia comune a molti Gersois. Estratto dal libretto di famiglia: i Marconato.
1924-2024. Cento anni di storia e di esodo. Recentemente, è nella loro graziosa roccaforte nel villaggio di Solomiac, la vera culla dei fratelli, che si è riunita la famiglia Marconato. Ben 160 discendenti si sono recati in viaggio per celebrare il centenario dell’arrivo della famiglia in Francia, e in particolare nel Gers. Una storia che, inevitabilmente, parlerà anche a molti di noi.
Dopo la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), le campagne del Sud-Ovest si svuotarono dei suoi contadini, la maggior parte dei quali morirono sul campo d’onore, in combattimento e in varie battaglie. Il governo francese ha quindi fatto appello alla manodopera straniera. La crisi in Italia e l’ascesa del fascismo incoraggiarono molti abitanti di La Botte ad unirsi alla Francia.
Così nel 1924 Luigi Marconato, con tutta la sua famiglia, compì il viaggio. Arrivano in treno a Beaumont-de-Lomagne, per essere installati nella fattoria Château de La Ponchude, una grande proprietà dell’epoca. Lo accompagna la moglie Maria e tutti i suoi figli: César, già sposato con Piérina e la loro neonata, Erino, Auzélio, Narcisse, Fiorindo, Amélia, Virginia, Albina, Aldo, Rita. Negli anni ’30 giunsero i nipoti di Luigi: Almérino, figlio di Carlo Fortunato e Alféo, figlio di Piétro. Antoine, arrivato dalla Mosella nel 1920, si stabilisce a Lauragais. Fu così che i Marconato fondarono case nel Sud-Ovest.
L’incontro, segnato da molta emozione, solidarietà e rispetto, è stato un grande momento, tra convivialità e ricordo, con la presenza di eletti locali tra cui Guy Mantovani, sindaco di Solomiac, Philippe Dupouy, presidente del consiglio dipartimentale e David Taupiac, deputato nella 2a circoscrizione elettorale. Una bella riunione di famiglia che segna l’imprescindibile dovere di memoria dei pionieri italiani.
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