Dall’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, Bitcoin e le sue legioni di sostenitori hanno festeggiato. Non passa un pasto con gli amici senza che sul tavolo venga fuori il tema delle criptovalute. E non potrebbe essere altrimenti per quello degli eletti federali.
Una nuova iniziativa popolare, orchestrata da diverse figure del settore cripto e da politici dell’UDF, chiede che la BNS (Banca nazionale svizzera) sia costretta a investire in bitcoin, come fa con altre valute. Perché finora la BNS, che giovedì aveva annunciato un succoso profitto, si è sempre rifiutata di fare il grande passo. “Non è una moneta nel vero senso del termine, ma un asset speculativo che non offre la sicurezza necessaria”, ha deciso il direttore Thomas Jordan durante l’assemblea generale del 2022.
Luzius Meisser, membro del consiglio di amministrazione di Bitcoin Suisse e membro del comitato di iniziativa, dal canto suo ha dichiarato, nel corso della stessa riunione: “Se potessi decidere, convertirei un miliardo di euro in bitcoin alla fine di ogni mese. ” Si precisa che l’iniziativa non prevede una somma da investire. Inoltre, Luzius Messier osserva che l’accettazione dell’iniziativa consentirebbe alla Svizzera “una maggiore indipendenza”, in particolare nei confronti della Banca centrale europea, dato che la BNS detiene “centinaia di miliardi di euro”.
Il consigliere nazionale Benjamin Fischer (UDC/ZH), un “criptofilo” provato, troverebbe “bene che la BNS costituisca una riserva di bitcoin”. Non sostiene invece l’iniziativa, ritenendo che la banca “deve poter continuare a decidere in completa indipendenza”. La sua collega Céline Widmer (PS/ZH) respinge categoricamente l’iniziativa: “Costringere la BNS ad acquistare bitcoin attraverso un’iniziativa popolare è del tutto assurdo. È altamente speculativo, rischioso e dannoso per l’ambiente.
Corina Gredig (VL/ZH) ritiene che: “La BNS decide sulla base dei fatti e di criteri di stabilità. Se il bitcoin dovesse mai soddisfare questi criteri, potrebbe esaminarlo. Ma questa è la sua responsabilità, non quella dei politici”. E Peter Schilliger (PLR/LU) commenta: “Bitcoin è un puro oggetto di speculazione senza controparte sicura. Penso che sarebbe sbagliato costringere la BNS a fare qualcosa che personalmente non farei mai”.
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