Dopo diversi anni di sperimentazione, la circolazione delle due ruote tra le file di automobili sarà ora regolamentata dal codice della strada.
Via libera ufficiale alla circolazione interfila dei motocicli. Il governo ha pubblicato venerdì un decreto volto a generalizzare la circolazione dei veicoli a due ruote e a tre ruote a motore tra le corsie di sinistra sulle strade principali e sulle autostrade, una pratica sperimentata da diversi anni e ora regolamentata dal codice della strada.
La circolazione intercorsia (CIF), sperimentata in 21 dipartimenti di grandi aree urbane, è ora autorizzata su tutte le strade e autostrade con almeno due corsie separate da uno spartitraffico centrale e sulle quali la velocità massima autorizzata è compresa tra 70 e 130 km/h (oltre che sulla tangenziale di Parigi, dove il limite è stato abbassato a 50 km/h), secondo i termini del decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, che entra in vigore questo sabato 11 gennaio.
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“Si tratta di regolamentare la pratica e di passare dalla circolazione interlinea di fatto alla circolazione interlinea di diritto, ma a determinate condizioni”, ha sottolineato all’AFP il delegato interministeriale per la sicurezza stradale, Florence Guillaume. “Non si tratta né di un regalo né di un’agevolazione sconsiderata offerta ai motociclisti, ma di una questione di fluidità del traffico”, ha insistito, ricordando che le due fasi di sperimentazione “hanno dimostrato che non esiste un eccesso di mortalità legato a questa pratica.
Reato specifico
Ora definita dal codice della strada, questa circolazione tra le file si applica ai veicoli a due e tre ruote a motore di larghezza inferiore a un metro, quando il traffico è “denso” e solo tra le due file di veicoli più a sinistra della strada. La velocità massima autorizzata è di 50 km/h negli spostamenti tra le linee, limite ridotto a 30 km/h se “una delle linee è ferma”.
La nuova codificazione prevede inoltre l’istituzione di una specifica fattispecie di reato in caso di mancato rispetto di una di queste condizioni, punibile con una multa di 4a classe e con la revoca di tre punti dalla patente di guida. L’obiettivo, spiega Road Safety in un comunicato, è “definire un quadro pacifico e sicuro” per il traffico tra le code.
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