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Morte di uno svizzero in Iran: necessaria «un’indagine completa».

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Dramma e Iran

La Svizzera chiede “un’indagine completa” sulla morte di un cittadino

Secondo le autorità iraniane lo svizzero, accusato di spionaggio, si sarebbe suicidato in carcere.

Pubblicato oggi alle 18:17

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La Svizzera chiede “un’indagine approfondita” sulle circostanze della morte di un suo cittadino, che le autorità iraniane, accusate di spionaggio, sostengono si sia suicidato in carcere.

La Svizzera «esige dalle autorità iraniane informazioni dettagliate sui motivi dell’arresto nonché un’indagine approfondita sulle circostanze di questa morte», ha scritto in un comunicato stampa il Ministero degli affari esteri (DFAE), informato dell’arresto il 10 dicembre per sospetto di spionaggio.

A causa di questa accusa l’accesso consolare è stato rifiutato ai diplomatici svizzeri.

Le autorità iraniane hanno informato del suicidio “di questo uomo di 64 anni che si recava in Iran come turista e che da quasi 20 anni non aveva un domicilio in Svizzera”, sottolinea il DFAE senza rivelare la sua identità. Secondo le autorità svizzere risiedeva da ultimo nell’Africa meridionale.

Il cittadino svizzero avrebbe approfittato di un momento in cui si è trovato da solo in cella per suicidarsi, secondo Mizan Online, organo di stampa della giustizia iraniana.

«Anche il rimpatrio della salma in Svizzera costituisce una priorità assoluta e dovrebbe avvenire nei prossimi giorni», precisa il ministero svizzero, precisando che «ad oggi nessun cittadino svizzero è detenuto in Iran».

Diversi europei detenuti in Iran

Numerosi cittadini europei o con doppia cittadinanza sono detenuti in Iran, un paese che negli ultimi anni ha effettuato scambi di prigionieri con i paesi occidentali, spesso attraverso l’Oman o il Qatar.

Cécile Kohler e Jacques Paris, una coppia francese incarcerata dal 2022 durante un soggiorno turistico, vengono così accusati dalle autorità iraniane di “spionaggio”, cosa che i loro parenti “confutano fermamente”.

Lo scorso giugno, due svedesi sono stati rilasciati dall’Iran in uno scambio di prigionieri, tra cui un diplomatico dell’Unione Europea.

Nel 2023, l’Oman ha negoziato il rilascio di sei europei, tra cui l’operaio umanitario belga Olivier Vandecasteele, che era stato condannato per spionaggio e aveva trascorso più di un anno in detenzione.

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