Franciapotenza europea sulla sponda del Mediterraneo, segnata da una storia coloniale nel Maghreb, che ospita una numerosa popolazione musulmana della regione e che ha la singolarità di essere una potenza anche nell’Oceano Indiano, ha interessi strategici nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente. Membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, della NATO e dell’Unione Europea, cerca di affermarsi come una potenza di equilibrio in grado di sviluppare una strategia regionale indipendente volta a stabilizzare la regione. La Francia si trova oggi ad affrontare l’impatto della destabilizzazione della Striscia Sahelo-Sudanese sui suoi vicini della sponda meridionale. Il caos crescente si concretizza oggi in flussi migratori, criminali e terroristici, ma potrebbe anche destabilizzare le società e i poteri in carica domani. Le conseguenze del conflitto israelo-palestinese e i suoi rischi di estensione al Libano, trasformato in uno Stato quasi fallito, lo preoccupano seriamente, soprattutto perché ospita la più grande comunità ebraica d’Europa e mantiene un grosso contingente nel Libano meridionale nel quadro di UNIFIL II. È soggetto allo sfruttamento di alcune minoranze musulmane da parte di attori regionali come Algeria, Turchia e Qatar. La Francia ha scelto di opporsi ai regimi iraniano e siriano (B. Al Assad ndr) e mantiene un’ambiguità sulla posizione del Marocco nei confronti del Sahara Occidentale. [1].
Per difendere i propri interessi (soprattutto in termini economici) e contribuire agli sforzi di stabilizzazione della regione, la Francia punta su partenariati privilegiati con Egitto, Giordania, Iraq, Emirati Arabi Uniti e in misura minore con Arabia Saudita e Marocco, ex partner privilegiato.
Per far fronte ai suoi obblighi internazionali e difendere i suoi interessi in Medio Oriente, sostiene la Francia una presenza permanente di circa 4.000 soldati, 30 carri armati, 18 caccia e 5 fregate. Con basi ben posizionate che offrono profondità strategica, è pronto a ingaggiare rinforzi e inviare lì il suo gruppo di portaerei, se necessario. Nonostante la reale esperienza operativa unita all’eccellente conoscenza e comprensione della regione, le sue forze armate professionali soffrono vincoli logistico e di bilancio e a ostilità latente di alcuni Stati (Algeria, Turchia, Siria, Iran) verso la presenza francese, rafforzata dal peso delle diaspore sul territorio nazionale.
Sulle facciate marittime del bacino del Mediterraneo e della penisola arabica, l’obiettivo della Francia è difendere la libertà dei mari e mantenere aperto l’asse marittimo che collega il Mediterraneo all’Oceano Indiano, consentendo così la proiezione del potere e prevenendo un blocco del commercio internazionale. Le forze navali francesi sono impegnate in diverse importanti operazioni europee in questa regione:
. Aspides (1 fregata): protezione delle navi in transito contro gli attacchi Houthi nel Mar Rosso, da febbraio 2024;
. Atalanta (1 fregata): lotta alla pirateria nel Golfo di Aden, dal 2008;
. Irini (1 fregata): monitoraggio dell’embargo sui trasferimenti di armi alla Libia, dal 2021;
. Agenor (1 fregata e pattugliatore marittimo, occasionalmente): sorveglianza dello Stretto di Hormuz, dal 2019.
Le forze di terra sono impiegate nell’ambito della cooperazione internazionale, in particolare per combattere i gruppi jihadisti armati al fine di evitare nuovi attacchi in Europa:
. Chammal: sostegno militare alle forze irachene impegnate nella lotta contro Daesh, dal 2014;
. UNIFIL II: monitorare la cessazione delle ostilità in Libano tra Israele e Hezbollah.
Se la Francia vuole uscire dal suo isolamento in Nord Africa, riconquistare posizioni in Africa e migliorare la propria visibilità in Medio Oriente, dovrà fare delle scelte perché il periodo attuale non favorisce coloro che sono favorevoli allo status quo.
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