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Darmanin vuole estendere la durata del fermo di polizia fino a 72 ore

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Questo giovedì, nel TF1, il nuovo ministro della Giustizia Gérald Darmanin ha chiesto 72 ore di custodia di polizia nei casi di violenza sessuale aggravata e femminicidio, rispetto alle 48 ore di oggi.

È una “proposta forte”, ritiene Gérald Darmanin, tre giorni dopo la sua nomina al Ministero della Giustizia. Nel TF1 di giovedì 26 dicembre, il nuovo ministro della Giustizia ha affermato “proporre che in caso di violenza sessuale aggravata e femminicidio, che ovviamente abbiamo difficoltà a risolvere nel nostro paese (…), la custodia di polizia può arrivare fino a 72 ore, oggi sono 48 ore”, ha ricordato.

“Perché 72 ore? Perché permette di proteggere la donna che è stata minacciata, aggredita e aggredita. Ciò permette di effettuare osservazioni e di interrogare la persona più a lungo”, ha affermato Gérald Darmanin.

“Dobbiamo essere più decisi, più intensi”

Il nuovo ministro della Giustizia ha chiarito che il pubblico ministero potrà revocare la custodia “quando lo desidera”. Interrogato sul processo Pélicot, “la società deve imparare tutta una lezione da esso”, ha giudicato Gérald Darmanin.

Mercoledì, per il suo primo viaggio ad Amiens nel suo nuovo incarico, il nuovo ministro della Giustizia ha ribadito il suo desiderio di “più fermezza, rapidità e mezzi” e ha chiesto che “siano eseguite sentenze brevi”. Mercoledì, nel TF1, Gérald Darmanin ha dichiarato “che possiamo immaginare operazioni 'nette' nelle carceri”, ritenendo “che dobbiamo essere più risoluti, più intensi”.

“Chiederò all'amministrazione penitenziaria di chiarire, nel senso comprensibile del termine, il fatto che le persone non dovrebbero avere telefoni cellulari nelle carceri”, ha annunciato il ministro della Giustizia. Quest’ultimo ha menzionato anche “soluzioni tecniche” come il jamming.

Quando era inquilino di place Beauvau, Gérald Darmanin aveva più volte suscitato indignazione nelle file della giustizia, in particolare tra i magistrati. Dopo la sua nomina, le unioni giudiziarie hanno così espresso la loro “preoccupazione”.

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