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Cinque anni di carcere per il padre accusato di aver scosso a morte il suo bambino

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Nathanaël K., 43 anni, è stato condannato venerdì dalla corte d'assise dell'Hauts-de-Seine a cinque anni di reclusione penale per aver scosso a morte suo figlio Timothée, di due mesi, nel febbraio 2019. Riconosciuto colpevole di violenza avendo causato la morte involontaria causandolo a un minore di età inferiore ai 15 anni, verrà incarcerato in un secondo momento.

Nel pronunciare la sentenza, la corte ha stabilito che le azioni compiute dall'imputato erano “necessariamente guidate dal desiderio di raggiungere fisicamente il bambino per fargli smettere di piangere” e “non possono costituire azioni involontarie e goffe”. Osservazione condivisa dall'avvocato generale, che aveva chiesto otto anni di reclusione. Per lei non c'è stata “né negligenza né goffaggine, ma un atto positivo di violenza che ha portato alla morte di suo figlio”.

Gravi emorragie cerebrali

La vicenda è iniziata quando Nathanaël K. si è recato al pronto soccorso, con il figlio in braccio, spiegando che non si sentiva bene. Gli esami medici hanno rivelato emorragie cerebrali, portando i medici a suggerire la sindrome del bambino scosso. Pochi giorni dopo, nonostante tutte le cure prestate, il bambino morì.

Il padre, che inizialmente aveva negato ogni atto di violenza, ha infine ammesso di aver scosso il figlio “per due o tre secondi per farlo tacere”. Nel corso del processo mimò i movimenti incriminati, evocando “tre o quattro sussulti” nell'arco di “cinque-dieci secondi”. Accusa, parte civile e periti medici hanno respinto all'unanimità l'ipotesi di un incidente.

“Il peggior tradimento”

La difesa eccepiva l'assenza di dolo, adducendo stato di stanchezza e stress. “Ti chiedi perché, e a volte non c'è risposta”, ha detto Me Xavier Autain, l'avvocato dell'imputato. In risposta, l'avvocato della madre, Me Céline Lasek, ha descritto questa violenza come “il peggiore tradimento”, ricordando che “la fiducia evidente riposta in un padre è quella della protezione, mai dell'aggressione”.

Commossa, la madre di Timothée, Aude Lafitte, ha assistito al processo stringendo tra le mani un coniglietto bianco. Dopo la tragedia si è impegnata nella lotta contro la violenza infantile e ha cofondato l'associazione Action Against Childhood Violence, che nel 2022 ha partecipato a una campagna nazionale di sensibilizzazione sulla sindrome del bambino scosso. Secondo l'Alta Autorità della Sanità, ogni anno sono vittime di tremori tra 15 e 56 neonati su 100.000, con un tasso di mortalità superiore al 10%.

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