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Notre-Dame: una rinascita – L'editoriale di Christophe Bonnefoy

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È impossibile dimenticare lo shock provato nel 2019. E in ogni caso non potremo mai rallegrarci di aver visto bruciare Notre-Dame in un giorno di aprile, questo è ovvio. Tutti ricordano ancora, e non solo in Francia, le fiamme che devastarono la cattedrale. Questa freccia viene attaccata dal fuoco, perdendo poi la battaglia barcollando, fino a crollare. Immagini notevoli, che abbracciamo o meno la questione religiosa. Il monumento è infatti, per molti, soprattutto un gioiello del patrimonio.
Bisogna però ammettere che una notizia impressionante ha finalmente fatto sperare che nel nostro Paese le cose non siano poi così male. Strano ? Non proprio. Ci sono voluti quasi 200 anni per costruire l'edificio. Appena cinque anni per riportarlo in vita. Naturalmente nel 2019 non è crollato tutto. Naturalmente i mezzi moderni non hanno nulla a che fare con quelli del passato. Ma comunque.
Le migliaia di artigiani – maghi si potrebbe dire – che hanno lavorato per mesi e mesi per restituirle il suo splendore, hanno motivo di essere orgogliosi. Il Presidente della Repubblica ha ricordato loro questo venerdì che sono forse i migliori al mondo nel loro campo. Quel know-how francese è una realtà. Non solo frutto dell'immaginazione. Che quando vogliamo, semplicemente possiamo. Ok, questa resurrezione sarà costata centinaia di milioni di euro. E lì ci verrà detto che con i soldi possiamo fare tutto. Anche andare veloci, anche nei cantieri più grandi.
Ma se vediamo le cose in modo un po’ meno critico, un po’ più positivo, possiamo dire a noi stessi, molto semplicemente, che il risultato di cinque anni di lavoro ci dà davvero una bella boccata d’aria fresca e l’opportunità di emozionarci. In questo caso anche per le nostre attività nell'Alta Marna. Ma ne riparleremo. Molto rapidamente.

adottate per le nostre attività dell'Haut-Marnes, in questo caso. Ma ne riparleremo. Molto rapidamente.
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