TRIBUNA
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Questo giovedì i parlamentari esamineranno un disegno di legge volto a integrare il consenso nella definizione di stupro. Per gli avvocati William Bourdon, Vincent Brengarth e Lily Ravon, dobbiamo metterci al passo con gli altri paesi.
par William Bourdon, Vincent Brengarth e Lily Ravon, avvocati del foro di Parigi
Dopo l'impronta profonda già lasciata dal caso Dominique Pelicot, il cui processo sta per concludersi, è il caso Nicolas Bedos a porre recentemente la violenza contro le donne al centro del dibattito. Tuttavia, a differenza del primo, la cui crudeltà ha legittimamente suscitato il sostegno unanime del denunciante, il secondo caso rivela, al contrario, una Francia che sembra divisa in due: da un lato si esprime un desiderio sociale di evoluzione giudiziaria di fronte all’eccessiva violenza contro le donne, e dall’altro si teme un indebolimento della presunzione di innocenza.
Preoccupazioni legittime, ma troppo spesso utilizzate per vietare qualsiasi dibattito pubblico sull’esistenza delle accuse, da uno più forte quando gli imputati hanno una certa notorietà. E che, sistematicamente, adottano la strategia di negare il mancato consenso dei denuncianti.
Tuttavia, una constatazione colpisce oggi la maggioranza: quella di uno sviluppo reso urgente dalla diffusione delle parole delle vittime fuori dai tribunali,
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