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In Belgio il numero delle infezioni sessualmente trasmissibili in aumento nel 2023: “Un trend mai osservato prima”, preoccupa Sciensano

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Queste cifre sono in parte spiegate dal fatto che sono stati effettuati più test STI. La sifilide è stata quindi la più testata lo scorso anno, con 550.562 test treponemici rimborsati, ovvero un tasso di test di 47 per 1.000 abitanti. Tra il 2021 e il 2023 il numero dei test rimborsati è aumentato del 16%, rileva Sciensano.

I tassi di test per la clamidia (37/1.000) e la gonorrea (36/1.000) erano simili, mentre il numero di test è aumentato rispettivamente del 37 e del 39% dal 2021.

Per molto tempo la clamidia è stata diagnosticata principalmente nelle donne. Ma, nel 2023, il numero stimato di diagnosi è quasi identico in entrambi i sessi, rileva Sciensano, con un aumento del 41% tra gli uomini tra il 2021 e il 2023, in particolare tra quelli di età compresa tra 20 e 34 anni. “Si tratta di una tendenza mai osservata prima”, sottolinea Sciensano.

Per quanto riguarda la gonorrea, lo scorso anno è stata diagnosticata cinque volte di più negli uomini (+100% dal 2021) che nelle donne (+97%). L’aumento è più pronunciato tra gli uomini tra i 20 e i 39 anni.

La sifilide è la STI meno segnalata con 73/100.000 abitanti. La sifilide continua a colpire prevalentemente gli uomini, con 7 volte più diagnosi negli uomini che nelle donne.

I risultati presentati illustrano la necessità di dedicare particolare attenzione alla regione di Bruxelles-Capitale, dove il numero di diagnosi di IST segnalate per abitante è il più alto, analizza Sciensano.

Per l’Istituto di sanità pubblica, la prospettiva globale relativa alle malattie sessualmente trasmissibili è impegnativa e preoccupante. L’HIV ha registrato un aumento preoccupante negli ultimi tre anni in Belgio, dopo anni di tendenza al ribasso, ricorda. Per non parlare del vaiolo delle scimmie, che può essere trasmesso sessualmente.

L’aumento delle infezioni riflette una maggiore diffusione, non solo un aumento del volume dei test eseguiti.

Diversi fattori possono spiegare questo aumento, secondo Sciensano, compresi i cambiamenti nel comportamento sessuale, come partner multipli e la riduzione dell’uso del preservativo. Molte persone potrebbero anche avere una percezione errata del rischio di esposizione alle malattie sessualmente trasmissibili. Una situazione aggravata dalla mancanza di conoscenza sulla salute sessuale che potrebbe essere stata influenzata dalla pandemia di Covid-19 e dalle confinazioni e dalla didattica a distanza che l’hanno accompagnata.

Per Sciensano, un piano nazionale per le IST consentirebbe un approccio coordinato a questa progressione delle infezioni.

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