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Il Cac 40 in guardia davanti ai dati sull’inflazione negli Stati Uniti, L’Oréal ultimo dell’indice

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Se il programma macroeconomico era scarno all’inizio della settimana, accelera questo venerdì per l’ultima sessione di giugno e del secondo trimestre. L’inflazione è sotto i riflettori nel Vecchio Continente con le prime stime per giugno in Francia, Spagna e Italia. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato del 2,5% su un anno in Francia, in linea con le aspettative, in leggero calo dopo il 2,6% di maggio, ha indicato l’INSEE. Ma è verso gli Stati Uniti che tutti gli sguardi saranno puntati.

Alle 14:30, l’Ufficio di Statistica del Dipartimento del Lavoro pubblicherà le variazioni sul reddito e sui consumi delle famiglie statunitensi a maggio, nonché la misura dell’inflazione più attentamente monitorata dalla Federal Reserve. Per l’indice sottostante è previsto un tasso annuo del 2,6%, in calo di 2 punti rispetto ad aprile. Si tratterebbe quindi del livello più basso da marzo 2021. I mercati finanziari stimano che la probabilità che un primo taglio dei tassi abbia luogo a settembre sia superiore al 60%, secondo l’indicatore FedWatch sviluppato da CME Group. Ma attenzione, “se l’inflazione ‘core PCE’ risultasse superiore al 2,6% previsto e dopo le sorprese al rialzo dell’inflazione in Canada e Australia, ciò alimenterebbe i timori di un trend disinflazionistico che ha raggiunto il suo punto più basso a livello globale.” osserva l’analista di IG Tony Sycamore.

Il mercato della bellezza è meno vivace del previsto, secondo L’Oréal

Il Cac 40 perde lo 0,23% a 7.513,6 punti attorno alle 9.15, risentendo del ribasso di L’Oréal. Il numero uno della cosmetica perde il 2%, dopo aver già perso oltre il 3% il giorno prima, dopo che il direttore generale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del mercato globale della bellezza per il 2024, riportandole tra il 4,5% e il 4,5%. Il 5%, rispetto a una precedente previsione del 5%, riferisce Bloomberg citando un portavoce dell’azienda.

Un’apertura positiva si delinea anche a Wall Street. Ieri Nike è scesa di oltre il 12% nelle contrattazioni post-mercato, dopo aver riportato ricavi e indicazioni che non erano all’altezza delle proiezioni degli analisti. L’azienda prevede un calo delle vendite del 10% in questo trimestre e prevede un calo a una cifra per l’anno fiscale iniziato questo mese. Gli analisti si aspettavano una crescita intorno al 2% quest’anno. Sulla scia del leader mondiale dell’abbigliamento e delle attrezzature sportive, hanno declinato Foot Locker, Under Armour e perfino Lululemon.

Per quanto riguarda le società quotate a Parigi, Air France-KLM ha perso il 5% in reazione alla riduzione dei consigli di Barclays da “sovrappeso” a “ponderazione online” mentre Antin ha guadagnato il 5,8% in seguito al passaggio di Citi da “neutrale” a “acquisto”.

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