l'essenziale
Per l'ultima partita dell'anno, appena sei giorni dopo il successo contro i Blacks, il XV di Francia torna allo Stade de France contro i formidabili Pumas.
L'antipasto giapponese divorato (52-12), il secondo neozelandese divorato non senza difficoltà (30-29), i francesi ora devono mettere la ciliegina sulla torta argentina e addentarla. Un dolce autunnale forse molto salato, che non ha nulla dell'idea che noi abbiamo di un fine pasto dolce. “È una squadra che sta facendo una grande stagione, non ha paura ed è composta da grandi giocatori – avverte subito Fabien Galthié – È davvero un rugby molto intelligente, che si sta avvicinando alle migliori nazioni del mondo. È molto difficile da giocare, è una delle migliori nazioni al mondo senza alcun problema.”
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Emulazione per evitare la decompressione
Considerando che questo terzo incontro dell'anno si preannuncia positivo tra Blues e Pumas dopo il movimentato pareggio estivo in Sudamerica (28-13 per Serin e compagni a Mendoza e 25-33 a Buenos Aires), soprattutto offrire ai compagni di squadra di Antoine Dupont la possibilità di ottenere un terzo successo in altrettante prove. E quindi presentarsi, come minimo, con molta fiducia in campo tra poco più di due mesi per l'apertura del Torneo, nel proprio giardino dello Stade de France contro i gallesi sull'orlo del baratro.
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Alla ricerca ancora della certezza che la terza vittoria in tre anni contro i Blacks – di certo basteranno quindici giorni la prossima estate per vedere i neozelandesi pareggiare sul 3-3 contro i secondi coltelli francesi – non abbia portato in gioco né in termini di difesa, lo staff dei Blues individuò perfettamente il pericolo che attendeva le loro truppe. Come non immaginare, a sei giorni dall'aspra lotta nell'unica partita a cinque stelle del trittico, che una forma di decompressione non possa interferire negli animi francesi?
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Così, per mettere tutte le occasioni dalla sua parte in questa partita che “non è un regalo”, e per non rovinare tutto su un campo dove ieri c'era la neve per l'allenamento del capitano, l'ex metà campo ha scelto di iniettare nuova linfa. A fronte degli infortuni e della scarsa forma di certi dirigenti, che ormai sanno che pochi di loro sono davvero intoccabili, è stato rinnovato quasi un terzo del XV titolare rispetto alla settimana scorsa. Con rientri più (Atonio, Cros) o meno (Ollivon, Barré) programmati.
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Ego di cui prendersi cura
“Di fronte a queste squadre bisogna rigenerarsi ma lo sapevamo già – spiega Galthié – Ecco perché ci sono rotazioni, un gruppo che si muove un po’ ma ha bisogno di consistenza […] Anche per questo ci permettiamo di dare delle finestre di rigenerazione ai giocatori che potrebbero fare tre selezioni a novembre.”
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Un discorso necessariamente teso a risparmiare gli ego del suo gruppo, anche se non nasconde il desiderio di avere “un'emulazione molto forte” perché “più forte è, più forte sarà la squadra francese”. Di fronte a un avversario che conta 10 giocatori “francesi” tra le sue fila, di cui conosciamo la grinta, che ha battuto Sud Africa, Nuova Zelanda e Australia quest'estate durante il campionato di rugby e ha sfiorato l'impresa venerdì scorso in Irlanda (19- 22), ha avuto modo di dimostrare i benefici per chiudere bene l’anno.
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