Ecco, è ufficiale! La famosa legge “anti-Airbnb”, adottata dal Parlamento il 7 novembre, è stata appena promulgata da Emmanuel Macron. Spetta alle città, contro questi 1,2 milioni di unità abitative che “distolgono” le famiglie dall'affitto, approfittare di questa legge per applicare le sue misure forti. Uno di questi riguarda il numero massimo di giorni per i quali puoi affittare il tuo alloggio su una piattaforma turistica, se vivi in una città con più di 200.000 abitanti o in alcuni comuni situati in zone tese o molto turistiche.
Precedentemente fissato a 120 giorni, questo limite può ora essere ridotto a 90 giorni. In altre parole, un proprietario non può, per la sua abitazione principale, affittare a breve termine per più di 90 giorni, salvo per tre ragioni spesso sconosciute: “obbligo legato all’attività professionale (sul suolo francese)”, “motivi di salute” o “forza maggiore”.“. Per me, Xavier Demeuzoy, occorre fare un altro passo legislativo. “I 120 giorni non sono nati dal nulla perché una abitazione non è più primaria una volta occupata per un massimo di 4 mesi, quindi 120 giorni (articolo 2 della legge del 1989), sottolinea Me Xavier Demeuzoy, avvocato in diritto immobiliare. Perché il termine di 90 giorni sia definitivamente legale occorre modificare l’articolo 2 della legge del 1989”.
Questo specialista del noleggio Airbnb si aspetta un vero “puzzle legale” auto “molti dei miei clienti hanno già completato i 120 giorni o addirittura superato i 90 giorni per il 2025“. Appena promulgata la legge, a Parigi i funzionari eletti hanno già pianificato di mettere in pratica questi 90 giorni. Domani il gruppo comunista e quello dei Verdi presenteranno un desiderio al Consiglio di Parigi, riferisce Le Parisien.
Un divieto ritenuto incostituzionale?
A meno che non riescano a giustificare la franchigia con una delle tre eccezioni sopra menzionate, i proprietari rischiano molto grosso se affittano il loro alloggio per più di 90 giorni all'anno su una piattaforma turistica: 15.000 euro. La multa è addirittura raddoppiata per chi affitta la seconda casa su Airbnb senza aver cambiato destinazione d'uso dell'alloggio, come previsto dalla legge: la sanzione è aumentata da 50.000 a 100.000 euro.
Un altro provvedimento della legge Le Meur/Echaniz, passato molto meno inosservato e tuttavia con gravi conseguenze, rischia di fare molto rumore. In precedenza, per vietare gli alloggi turistici ammobiliati in comproprietà era necessaria l'unanimità dei comproprietari. Adesso basta la maggioranza dei due terzi. “Non si può escludere che questo provvedimento venga respinto dal Consiglio costituzionale perché costituisce un attacco al diritto di proprietà o al diritto di godimento dei comproprietari che devono decidere liberamente sui propri regolamenti interni senza che la legge interferisca in queste considerazioni.», avverte Me Demeuzoy il quale afferma che la “regola dei due terzi” è già stata censurata dal Consiglio costituzionale nel 2014.
Si prega di notare che solo le comproprietà che includono nei loro regolamenti una clausola denominata “dimora borghese“, sono preoccupati. Questa clausola autorizza le attività abitative e professionali nell'edificio ma vieta le attività commerciali al di fuori dei lotti dedicati come gli esercizi commerciali al piano terra che quindi non sono interessati da tale clausola “regola dei due terzi”.
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