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La morte di Julie Van Espen è stata il risultato di una “serie di errori e gravi negligenze” da parte dello Stato belga?

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Julie Van Espen è stata violentata e uccisa il 4 maggio 2019 ad Anversa da Steve Bakelmans, un uomo già condannato più volte per furto, minacce e violazioni del codice stradale, ma anche due volte per stupro.

Questo quarantenne, senza casa, dormiva da tempo sotto un ponte che attraversa una pista ciclabile a Merksem. Quella sera, quando ha notato la studentessa di relazioni internazionali, l’ha fatta cadere dalla bicicletta. Durante le indagini e poi durante il processo, Steve Bakelmans ha ammesso di aver dato più volte un pugno in faccia alla vittima per farla stare zitta. Ha detto di averla trascinata dove stava dormendo, di averla parzialmente spogliata e poi di averla violentata e strangolata.

Nel 2017, il tribunale penale di Anversa ha condannato Steve Bakelmans a quattro anni di carcere per stupro, ma non è stato ordinato il suo arresto immediato. Ha presentato ricorso contro la condanna e in attesa della sentenza d’appello, che il 4 maggio 2019 non era ancora stata raggiunta, Steve Bakelmans è stato rilasciato.

Il caso non è stato considerato una priorità presso la corte d’appello. La causa avrebbe dovuto essere discussa il 9 maggio 2018 ma è stata rinviata per motivi organizzativi. Nel luglio dello stesso anno si decise di sospendere temporaneamente l’attività della Camera davanti alla quale avrebbe dovuto comparire Steve Bakelmans per mancanza di personale.

Il 4 maggio 2019, giorno dell’assassinio di Julie Van Espen a Merksem, il fascicolo non era ancora stato elaborato.

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