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Editoriale Saint-Malo
pubblicato su
21 giugno 2024 alle 17:54
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Nella notte tra il 24 e il 25 giugno 2019, tre individui penetrare attraverso irrompere in un garage a Pleurtuit (Ille-et-Vilaine). Visitano il negozio, prima che due di loro fuggano al suono di un allarme.
L’ultimo trova le chiavi di una Porsche Cayenne, si mette al volante e “abbatte” una delle porte del garage. Due veicoli sono rimasti danneggiati nel passaggio.
Riunisce i suoi accoliti e l’auto viene ritrovata la mattina dopo a Plouër-sur-Rance (Côtes-d’Armor), in gran parte distrutto da un incendio.
“So dove vivi”
Un testimone ha incontrato i tre giovani durante il loro viaggio. Trovandoli sospetti, chiede alla moglie di chiamare la polizia. Fu allora che uno di loro li minacciò: “So dove vivete. »
Trovate tracce di DNA
Uno dei tre imputati, che non era presente al tribunale di Saint-Malo, è stato tradito dalla presenza del suo DNA sul veicolo. Lui però nega il furto, precisando che «non voleva rubare l’auto» e che era «solo un follower».
È stato lui a farlo individuati gli altri duegià noto ai servizi giudiziari, tra altre 28 persone che portano il loro cognome.
“Mancanza di prove”
L’avvocato dei due fratelli, chi contestare i fattidenuncia l’assenza di prove contro i propri clienti. Secondo lui, il primo sospettato doveva solo “scegliere tra Chi è ? che gli abbiamo presentato”, e potrebbe quindi accusare chiunque.
Gli imputati sono già stati condannati in passato per atti di violenza e furto. Uno di loro, comparso in videoconferenza, sta attualmente scontando una pena detentiva di 3 anni per violenza aggravata.
105 ore di servizio alla comunità
Entrambi i fratelli furono infine assolti dalle accuse di furto con scasso e distruzione.
Il terzo viene condannato, esclusivamente per il furto, a compiere 105 ore di servizio alla comunità. Rischia 6 mesi di carcere se queste non verranno fatte.
CH
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