Sabato 16 novembre 2024 alle 12:06
Parigi – Grande amico e conoscitore del Marocco, che considera il suo Paese del cuore, Hubert Seillan, avvocato e professore di diritto, ha appena pubblicato con “La Croisée des Chemins” il primo volume del suo nuovo libro “Communauté de destines”.
Quest’opera collettiva, diretta da Me Seillan, che riunisce i contributi di un’ampia gamma di scrittori, sociologi, giuristi ed esperti marocchini e francesi, sottolinea l’eccezionalità delle relazioni tra Marocco e Francia che vivono oggi una grande intesa a promuovere il rinnovato partnership, suggellata tra i due Paesi durante la recente visita di Stato del presidente francese Emmanuel Macron nel Regno, su invito di Sua Maestà il Re Mohammed VI.
In questa intervista con MAP, Hubert Seillan avvicina il lettore a questo nuovo lavoro e racconta, attraverso una storia ben documentata, alcuni dei punti salienti della secolare relazione Marocco-Francia.
Domanda 1: Hai appena pubblicato il volume I di un nuovo libro per il quale hai scelto un titolo evocativo “Comunità di Destino”. Puoi dirci di più?
La decisione di scrivere questo libro con l’aiuto di numerosi autori rientra nel principio ispiratore della creazione, quasi dieci anni fa, della Fondazione per la pace e lo sviluppo sostenibile Francia-Marocco da me presieduta.
Questo fondamento è condiviso tra francesi e marocchini attorno all’idea di una comunità di destini. E quindi questo titolo non viene per caso. Il libro ha un’ambizione ancora più ampia, perché è solo il primo volume di una raccolta chiamata “Écrits en shared”, che è un progetto a lungo termine in cui siamo coinvolti.
Domanda 2: Puoi avvicinare i lettori a questo lavoro?
L’opera riunisce contributi di autori di varia provenienza, francesi e marocchini, che hanno portato ciascuno la propria prospettiva unica sui legami storici, culturali e umani tra i due paesi.
Questi collegamenti non sono di oggi. Non dobbiamo credere che siano legati semplicemente all’episodio del protettorato del 1912. Esistevano molto prima e in ciascuno dei libri che ho potuto scrivere, in particolare sul Sahara marocchino, poi sui rapporti tra Lyautey e il Sultano Moulay Youssef I ha dimostrato che i nostri due paesi, all’epoca della nostra antica monarchia, ma molto lontani, avevano degli scambi.
L’episodio ben noto a tutti del grande sultano Moulay Ismail e di Luigi XIV non deve nascondere tutti gli altri rapporti di altra natura e tutti i trattati che abbiamo stipulato.
La particolarità di questo libro è che la sua ambizione è quella di attraversare punti di vista da entrambi i lati dei nostri confini ed è per questo motivo che l’ho diviso in capitoli. C’è un capitolo di storia, un altro sulla vitalità democratica del Marocco con tutte le riforme intraprese. Ci sono anche le relazioni internazionali, la cultura e lo sviluppo.
Domanda 3: Qual è la tua visione sul futuro delle relazioni marocchino-francesi?
In occasione della visita di Stato del presidente Emmanuel Macron in Marocco, su invito di Sua Maestà il Re Mohammed VI, i due Paesi hanno deciso di suggellare una partnership ancora più solida e duratura che permetterà loro di affrontare le sfide del futuro in un approccio di solidarietà e comprensione reciproca.
Il Marocco e la Francia sono sempre stati vicini e condividono valori comuni. Siamo trasportati da questa vicinanza culturale ed emotiva, dalle forze storiche che ci animano. Questa è la comunità di destini che governa lo spirito di questo nuovo libro.
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