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“Ho visto la massa di sangue e non riuscivo a tirarla fuori dal wc”, difende la madre, giudicata d'assise

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Mercoledì 13 novembre, la sera, l'imputato è scoppiato in lacrime dietro il bancone. “Sono l’unico responsabilesinghiozza Thouarsaise, 47 anni, che rischia trent'anni di reclusione penale per abbandono di minore seguito da morte. Doveva essere una gioia ed è una sfortuna. »

“Il nonno sembrava più triste della madre”

I fatti contestati risalgono al 25 novembre 2020: incinta allora di otto mesi, ha dato alla luce il suo terzo figlio nel bagno, nella sua casa di Argenton-l'Église, nel Thouarsais. “Il problema di questo processo non è dire che hai ucciso questo bambino, ha ricontestualizzato la presidente della Corte d’Assise, Anne Haye, ma che lo hai lasciato in questo catino, senza cercare di aiutarlo”.

“Ho visto la placenta, la massa di sangue rosso e non sono riuscita a tirarla fuori. Non potevo”risponde l'imputata, con il volto emaciato bagnato di lacrime. Abbastanza per contrastare il distacco che ha dimostrato fin dall'apertura del processo il giorno prima. Riferendosi ad una gravidanza indesiderata, l'imputata ha indicato in particolare di consumare trenta sigarette rollate e da dieci a dodici birre da venticinque centilitri al giorno all'epoca dei fatti.

La signora ti parla come se avesse appena perso una banconota da dieci euro in mezzo al bosco.

Un pompiere per uno dei suoi colleghi Samu

Al centro dei dibattiti, la sua passività era già evidente la notte della tragedia, come testimonia una conversazione telefonica con il servizio di emergenza di Deux-Sèvres (Sdis). Quasi quattro anni dopo, la registrazione è stata trasmessa presso il tribunale di Niort. Allo scoccare della mezzanotte e trenta, la Thouarsaise la smaschera ” problema “ al pompiere all’altro capo del telefono e cioè: “Ho appena perso un bambino di 8 mesi nel bagno. »

La voce è chiara, calma, tanto che nel trasferire la chiamata al Samu, il pompiere informa il collega: “Ti parlo di una signora che ha appena perso il suo bambino di 8 mesi nel bagno, e che ti parla come se avesse appena perso una banconota da dieci euro in mezzo al bosco. »

Io Ambroise Garlopeau sarà incaricato di difendere la 47enne Thouarsaise l'ultimo giorno del processo, giovedì 14 novembre 2024.
© (Foto NR, Camille Montagnon)

Al banco dei testimoni, la interessata spiega che le si sono rotte le acque nel soggiorno, dopo aver cenato con il più piccolo dei suoi due figli, che non sapeva nulla della sua gravidanza. “Volevo andare a fare pipì ma purtroppo non potevo uscire perché ho partorito in bagno. » Eseguita il giorno successivo, l'autopsia ha rivelato la presenza di aria nei polmoni del neonato, facendo credere che fosse vitale prima della sua morte nella ciotola, per immersione.

Dopo circa trenta minuti, poco prima di mezzanotte, la quarantenne ha telefonato al padre, un contadino in pensione che vive a due chilometri da casa sua. Sarà lui a estrarre il bambino dalla toilette, una ventina di minuti dopo. “Ho tolto il piccolo con la placenta e l’ho messo in una bacinella, poi ho detto a mia figlia di avvisare i vigili del fuoco”precisa l'uomo di 68 anni, in tribunale.

Quando sono arrivati ​​sul posto, dopo le 00:30, i servizi di emergenza hanno trovato padre e figlia seduti davanti alla televisione, con la birra in mano. Sul tavolo della cucina, dove ci sono decine di bottiglie di alcol vuote, il bambino aspetta in una bacinella blu, vicino a un sacchetto di plastica giallo contenente la placenta. In arresto cardio-respiratorio, verrà dichiarato morto nella notte.

“Non le importava”

Nelle loro testimonianze sono rimasti meno sorpresi i quattro vigili del fuoco intervenuti nella casa di campagna “sporco” et “tu bordello” che regnano lì di “la reazione della madre”. “Non le importava davvero”riferisce uno, quando un altro lo considera “più scioccante” a suo parere, “è perché il nonno sembra più triste della madre”. La cartella clinica mostra a “paziente non commosso dalla situazione”salendo a «cantonatore» quando sale sull'ambulanza che la trasporterà all'ospedale di Saumur.

“Ero sotto choc, me ne sono accorto tre giorni dopo”si giustifica. Come spiegare, rimbalza la corte, che il corpo del bambino, custodito presso l'istituto di medicina legale di Poitiers, non è mai stato reclamato, fino alla sua sepoltura da parte del municipio del suo comune, nell'agosto 2024? Stupore, al timone. “Me lo insegni.” Non lo sapevo. »

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