l'essenziale
La notizia gettò nella tristezza tutti i vecchi tifosi ma anche tutti coloro che un giorno ebbero la possibilità di incrociare la sua strada.
Dopo una fine dolorosa, Yves Salesse ci ha appena lasciato all'età di 79 anni. Dopo una carriera da giocatore e poi da allenatore, Yves Salesse, meglio conosciuto come ''Vivi'', è diventato allenatore e ha scelto un motto che la dice lunga sul suo impegno: ''Servire, non servirvi''.
Lo ha messo in pratica nel corso di una carriera esemplare. Conosceva solo un club, il SUA, e quando iniziò nelle serie minori, la sua velocità portò gli allenatori a farlo giocare da tre quarti di ala, posizione che non gli piaceva molto: ''Non vedevo mai la palla, quindi chiesto di fare la prostituta.''
Nonostante le sue dimensioni, trascorrerà tutta la sua carriera in questa posizione, dove compenserà
misurazioni di tre quarti per generosità in combattimento. Nel 1958, era campione francese junior B e parlò con la malizia che gli si addiceva della serata con gli amici al ballo festivo della Villette: ''Eravamo giovani! E campioni di Francia!'' Senza dilungarmi oltre…
Anni dopo, nel 1966 per l'esattezza, sostituì la squadra campione di Francia contro il Dax. Durante la serata all'Eldo, i fan hanno potuto ammirare non Vivi la puttana, ma appollaiata su un tavolo, Vivi la ballerina in una coreografia sexy assolutamente indimenticabile…
Preferisce il “suo” ricordo: quel giorno era uno dei due sostituti come era la regola all'epoca, ma non dice che Pierre Lacroix, poco ripreso dall'infortunio, avesse pensato a lui per sostituirlo nel mischia in caso di
Bisogno.
Parallelamente alla sua carriera da giocatore, divenne il braccio destro di Guy Basquet nella sua società Hydrelec, e finì per diventare suo socio prima di fondare la propria società. Uomo del campo, il suo impegno per lo Sporting lo ha portato a ricoprire incarichi di responsabilità: è succeduto a Pierre Chollet alla presidenza dell'Associazione, prima di diventare vicepresidente prima con Thierry Hermerel, poi con Pierre-Etienne Edge.
L'impresa di cui era più orgoglioso era senza dubbio la creazione dell'Académia, fondata con Alain Tingaud, e che permette ancora oggi ai giovani di oggi di conciliare studio e rugby. Il giornale saluta il giocatore, l'allenatore, l'uomo e porge le più sincere condoglianze ai suoi cari e ai suoi vecchi amici. Vivi, la grande famiglia SUA non ti dimenticherà.
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