Bertrand Monnet assicura che “l'influenza della criminalità organizzata in Francia è fortunatamente molto meno profonda che in Messico”.
Pubblicato il 08/11/2024 10:21
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Il termine “messicanizzazione”utilizzato dai ministri dell'Interno e della Giustizia per parlare dello stato del traffico di droga in Francia “eccessivo”stima venerdì 8 novembre su franceinfo Bertrand Monnet, ricercatore specializzato in economia del crimine. I ministri dell'Interno Bruno Retailleau e della Giustizia Didier Migaud si recheranno questo venerdì a Marsiglia per annunciare misure destinate a rafforzare la lotta contro il traffico di droga.
Con la Mafia DZ, uno dei principali gruppi di narcotrafficanti di Marsiglia, “siamo molto lontani da ciò che è un cartello messicano”continua il ricercatore. “L'influenza della criminalità organizzata in Francia è fortunatamente molto meno profonda che in Messico”, afferma.
Tuttavia, lo giudica “la consapevolezza in Francia è completamente vantaggiosa”. “Reagire così rapidamente ci permetterebbe di evitare ciò che è accaduto in Belgio e nei Paesi Bassi, che non hanno voluto vedere la realtà dell’incancrenimento di una parte della loro società a causa della criminalità, che è diventata criminalità organizzata.spiega. “La 'Mocro Maffia' si è sviluppata perché le autorità pubbliche non avevano la consapevolezza che vediamo oggi in Francia”nota.
Per lottare contro il narcotraffico propone di lavorare “a monte” et “in approvazione”. Secondo lui è necessario garantire “che i narcotici non possono trarre profitto dal denaro dei loro crimini”. Vale a dire, come propongono i ministri, “Rafforzare la guardia di finanza, l’azione dei magistrati nel contrasto alla criminalità finanziaria”. “Ma non basta”avverte, “perché i narcotici riciclano parte del loro denaro in Francia, ma anche attraverso trust e paradisi bancari”.
Inoltre Bertrand Monnet propone di agire “penalizzando”ma anche “agendo sulla prevenzione”, versare “far comprendere al consumatore di questi prodotti la loro pericolosità”con “campagne di prevenzione di massa”. Lo suggerisce anche il ricercatore “limitare la produzione di cannabis”in particolare in Marocco, “per azione diplomatica”.
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