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Un Graulhétois durante l'incursione della Riunione

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l'essenziale
Terminando 161° su 3000 alla Diagonale des fous, Frédéric Marty ha compiuto un'autentica impresa. Testimonianza.

“L'idea di partecipare al Grand Raid de la Réunion è nata da un progetto di 4 amici nel dicembre 2023. Un sogno per alcuni, una sfida per me La prima sfida è convalidare l'iscrizione perché i posti sono limitati a mente posso concentrarmi sulla preparazione, ma a fine marzo una caduta mi provoca un infortunio al ginocchio. Il verdetto è fermo per 3 mesi. Aiutato dalla mia compagna Coralie, sono risalito in bici per non perdere quello che avevo imparato. A metà giugno un secondo parere medico mi ha dato il via libera per un recupero graduale. Il morale è tornato e sono ripresi gli allenamenti, il mese di settembre è dedicato al volume, quello di ottobre al mantenimento della forma È giunto il momento Io e il mio compagno arriviamo lunedì alla Reunion 3 giorni prima della partenza, ci acclimatiamo con solo 2 corse di mantenimento. L'avventura inizia con l'assegnazione del pettorale, dove sono necessarie 3 ore per recuperare tutto. 2 ore prima della partenza andiamo sul posto e la pressione aumenta con il fervore degli abitanti. Alle 22 viene dato il via. Il momento è unico.

“Non è stato, non è successo”

L'incoraggiamento è continuo per più di 4 km. Per iniziare è necessario risparmiare denaro. La corsa inizia solo al km55 a Mare-à-Boue. Da lì entriamo nei bellissimi paesaggi che ero venuto a cercare. La mia corsa sta andando bene fino al 130esimo km a Ilet Savannah. Poi la lunga discesa di 20 km ha messo a dura prova i miei quadricipiti. Correre diventa difficile e non ho altra scelta che camminare. Il mio morale fa fatica a tenere il passo, sto cercando di ripartire, ma arrendersi non è un'opzione. Le gambe non ritornano fino al 175° km. Sento lo annunciatore, vedo lo stadio e che gioia vedere il mio compagno che mi aspetta al traguardo.

Ho raggiunto il mio obiettivo di finire in 38 ore e 26 minuti. Ho condiviso questo momento con Coralie che ha vissuto insieme a me questa meravigliosa avventura. Entrambi siamo sopravvissuti alla Diagonale dei Folli. Questa corsa, per quanto magnifica, richiede una grande forza mentale. Niente accade come vorremmo. E come si dice lì, “Ti pa Ti pa Narive” (a poco a poco arriviamo in cima alla montagna).”

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