La previdenza sociale continua a scivolare lungo una china molto negativa. Nel breve termine, il deficit di bilancio non lo è “non sostenibile”anche se il governo di Michel Barnier riuscirà ad attuare le misure di risparmio annunciate all'inizio dell'autunno. È questo il messaggio che la Corte dei Conti ha trasmesso mercoledì 6 novembre in una “comunicazione” scritta ai due rami del Parlamento. Proveniente da un'istituzione che lancia l'allarme da anni, l'allarme non sorprende, ma il tono con cui viene formulato appare, questa volta, particolarmente allarmista.
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I dati del problema sono noti. Nel 2024, il saldo tra entrate e uscite “Secu” dovrebbe essere negativo a 18 miliardi di euro, ovvero 7,5 miliardi in più rispetto a quanto inizialmente previsto nella legge di finanziamento adottata alla fine del 2023. Secondo la Corte dei conti, tale il deterioramento è di “scala senza precedenti”tralasciando gli slittamenti avvenuti in passato a seguito di crisi economiche o sanitarie.
Le difficoltà riguardano due settori del nostro Stato sociale: l’assicurazione sanitaria, con un “buco” che potrebbe raggiungere i 14,6 miliardi di euro nel 2024, e il ramo vecchiaia (–5,5 miliardi). Gli altri regimi (famiglia, autonomia, infortuni sul lavoro-malattie professionali) sono, dal canto loro, leggermente in surplus o prossimi al punto di equilibrio.
Previsioni del governo “troppo ottimistiche”.
Il peggioramento della situazione deriva, in parte, dalla scarsa anticipazione delle risorse. Pertanto, la frazione di IVA pagata a “Secu” si è rivelata inferiore a quanto previsto. Il Consiglio superiore delle finanze pubbliche aveva tuttavia segnalato nel settembre 2023 che le previsioni del governo erano per loro natura errate “troppo ottimista”. Allo stesso modo, la massa salariale, su cui vengono calcolati i contributi concessi al sistema di protezione sociale, è aumentata a un tasso inferiore alle aspettative di chi detiene il potere. Risultato: meno soldi nelle casse.
L'altro fattore che spiega la deriva del deficit è la spesa sanitaria, che ha, ancora una volta, superato gli obiettivi del 2024: dovrebbe aumentare del 4% mentre l'esecutivo contava su un aumento del 3,3%. Tale divario è ” fondamentalmente “ attribuibile al dinamismo dell’assistenza comunitaria.
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