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È morto Simon Fieschi, il primo uomo colpito nell’attentato di Parigi

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Antonio Grotteria

Pubblicato il

19 ottobre 2024 13:45

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Lui è il primo uomo essere stato colpito durante l’attacco Nel mirino di Charlie Hebdo a Parigi. L’ex membro della redazione del giornale satirico Simon Fieschi è morto all’età di 41 anni, come riportato questo sabato 19 ottobre 2024 da diversi media, tra cui Inter e Liberazione. L’informazione è stata confermata conNovità di Parigi dalla Procura di Parigi. Webmaster al momento dell’aggressione, il 7 gennaio 2015, l’uomo soffriva di a grave handicap a causa delle ferite riportate.

Immerso in coma

Secondo il pubblico ministero, il suo corpo è stato scoperto giovedì 17 ottobre 2024. “È stata ordinata un’autopsia, le cui conclusioni non hanno permesso di determinare la causa della morte”, precisa l’accusa. UN indagine è in corso.

Quasi nove anni fa, Simon Fieschi era in prima linea quando il Fratelli KouachiChérif e Saïd, entrano nelle redazioni. Un proiettile gli ha colpito il midollo spinale, lasciando segni irreversibili. Immerso nel coma per una settimana era riuscito a svegliarsi.

Presidente della Repubblica all’epoca dei fatti, François Hollande gli ha reso omaggio sul social network “cicatrici (…) che non guariscono mai” e rivolgendo “il (suo) affetto alla sua famiglia”.

Nel 2020, l’ex dirigente comunitario aveva mobilitato i primi ricordi successivi a questa vicenda, in un testo vibrante pubblicato sul sito di Charlie Hebdo. “Non posso né muovermi né parlare, solo battere le palpebre per comunicare”, ha scritto, descrivendo il suo paralisi. Dopo diversi mesi di riabilitazione è riuscito di nuovo a camminare con l’aiuto di una stampella.

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Tuttavia, le ferite del passato non sono mai state cancellate. “Siamo stati massacrati a colpi di mitragliatrice”, ha ricordato al microfono di France Inter nel 2020, in occasione della prova attentati inaugurali del 7 gennaio 2015 a Parigi e Montrouge (Hauts-de-Seine). Simon Fieschi ha recentemente preso parte al processo contro il jihadista Peter Cherif.

Quest’ultimo è stato condannato, giovedì 3 ottobre 2024, all’ergastolo per la sua influenza su Chérif Kouachi. È stato anche accusato di aver rapito tre operatori umanitari nel 2011.

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