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Bombardamenti israeliani: i senegalesi in Libano gridano aiuto – Lequotidien

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L’ONG Azione per i Diritti Umani e l’Amicizia (Adha) vola in aiuto degli oltre 700 senegalesi bloccati in Libano a causa dei bombardamenti dell’esercito israeliano. Adama Mbengue, presidente di Adha, lancia un appello alle autorità per il rimpatrio dei senegalesi, dopo le promesse fatte in tal senso.Di Amadou MBODJI –

I senegalesi sono vittime dei bombardamenti israeliani sul Libano. La ONG Adha viene in loro aiuto richiedendone il rimpatrio alle autorità. Sono almeno 700 i senegalesi bloccati nel Paese dei Cedri. Sono immersi nell’insicurezza e vivono in condizioni disumane, privati ​​della protezione che meritano in quanto cittadini senegalesi. Le loro famiglie rimaste in Senegal sono in profonda difficoltà. “Vorremmo ricordarvi che questa è una questione di vita o di morte. L’inazione non può più continuare. Le nostre autorità non devono solo mantenere le promesse fatte, ma anche agire diligentemente per riportare questi cittadini nel loro paese, dove potranno trovare sicurezza”, sostiene Adama Mbengue, presidente della ONG Azione per i diritti umani e l’amicizia (Adha). Ieri ha ospitato una conferenza stampa con i membri della ONG da lui guidata e il Collettivo delle famiglie dei senegalesi bloccati in Libano. “Oggi chiediamo un’azione immediata e concreta da parte del governo senegalese, affinché questi uomini e donne possano essere evacuati il ​​più rapidamente possibile. Il loro rimpatrio deve essere una priorità nazionale”, continua Adama Mbengue. “Ricordiamo che dall’inizio della crisi, i cittadini senegalesi in Libano hanno allertato molto presto le autorità senegalesi, chiedendo il loro aiuto per tornare nel paese. Tuttavia, nonostante le loro richieste di aiuto e nonostante le promesse di rimpatrio fatte dalle autorità, queste non si sono concretizzate. Quel che è peggio è che la situazione sul campo si sta deteriorando”, insiste Mbengue.
“Siamo qui oggi (ieri) per allertare l’opinione pubblica nazionale e internazionale sulla situazione estremamente preoccupante vissuta dai nostri connazionali bloccati in Libano, dove i bombardamenti israeliani si sono intensificati”, spiega.
Inoltre, è tornato sulle circostanze della morte, in Libano, della signora Anna Diédhiou, avvenuta il 7 ottobre. “Una tragedia che avrebbe potuto essere evitata se fossero state adottate misure rapide”, secondo il presidente della ONG Adha. E prosegue: “In seguito a questo incidente, il portavoce del governo ha annunciato pubblicamente l’intenzione di rimpatriare i nostri connazionali il più rapidamente possibile. Purtroppo, ad oggi, oltre 700 senegalesi restano in attesa, esposti a rischi mortali”. Nel suo intervento si è soffermato anche sulla loro assistenza dopo il ritorno in Senegal. “Chiedo che i nostri connazionali siano sostenuti a livello psicologico per aiutarli a riprendersi dai traumi subiti e che siano sostenuti anche per il loro reinserimento socio-economico”, supplica il signor Mbengue.
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