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Michel Barnier si è confrontato con la cacofonia della sua “base comune” nell’Assemblea… e nel governo

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Il primo ministro Michel Barnier con il ministro delegato al coordinamento del governo, Marie-Claire Carrère-Gée, all’Assemblea nazionale, 1 ottobre 2024. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

L’incontro era fissato per le ore 8.00 Dalla sala blu dell’Hôtel de Matignon, martedì 15 ottobre, Michel Barnier riunirà i diversi rappresentanti della sua “base comune”, gli alleati adeguati della sua coalizione di governo. Si tratta di smussare gli animi e calmare gli animi tra queste personalità molto eterogenee che mescolano rivalità politiche e ambizioni presidenziali?

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Matignon giura che questa colazione, che dovrebbe diventare settimanale, non è affatto un incontro di crisi. Seduto in mezzo a Laurent Wauquiez, il leader dei deputati Les Républicains (LR) o Gabriel Attal, il suo omologo rinascimentale, il Primo Ministro, assalito dalle critiche provenienti dalle sue stesse file, non batterà il pugno sul tavolo. Non è il suo tipo, dicono Rue de Varenne. L’ex commissario europeo intende, come al solito, non dire nulla. “È il suo metodoriassume l’entourage del primo ministro. Poi decide. »

Veterano della politica, Michel Barnier, 73 anni, cerca di non far trasparire nulla, ma chi gli sta vicino, che conosce il carattere irascibile dell’ex commissario europeo, lo descrive piuttosto seccato. Capo di un governo senza maggioranza, l’inquilino di Matignon deve fare i conti con gli umori dei suoi stessi sostenitori. Non essendo stato firmato alcun accordo di coalizione prima della formazione del proprio governo, ogni campo scopre, giorno dopo giorno, le iniziative della squadra Barnier e si sente libero di contestarle.

Il ricordo doloroso della legge sull’immigrazione

Lunedì alcuni eletti del campo presidenziale sono rimasti senza fiato dopo aver sentito, il giorno prima, la portavoce del governo, Maud Bregeon, macronista, promettere una futura legge “sull’immigrazione” prevista per l’inizio del 2025. L’annuncio n non proprio una sorpresa. Bruno Retailleau, ministro degli Interni, ex capo del gruppo LR al Senato, ha già espresso in numerose occasioni il suo desiderio di legiferare. Ma il progetto fa rivivere per Macronie un ricordo doloroso, lacerato dalla precedente legge, approvata nel dicembre 2023 con i voti del Raggruppamento Nazionale (RN). Nel giro di poche ore subentra il disagio.

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“Abbiamo adottato meno di un anno fa una legge sull’immigrazione, con misure, alcune delle quali non ancora in vigore perché i decreti non sono ancora stati emanati”sottolinea Gabriel Attal su France Inter. “Fare una legge per amore della legge non ha senso”aggiunge il presidente dei deputati del Rinascimento, giudicando il progetto “non prioritario”.

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