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Arcom concede ai siti pornografici tre mesi per verificare l’età dei propri visitatori

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L’Autorità di regolamentazione delle comunicazioni audiovisive e digitali (Arcom) ha pubblicato venerdì 11 ottobre la versione definitiva delle attesissime norme che stabiliscono come i siti pornografici debbano verificare l’età dei propri visitatori. La pubblicazione di questo riferimento tecnico da parte della polizia dei media dà agli editori tre mesi per conformarsi alla legge, lasciando loro una certa libertà durante un secondo periodo di tre mesi.

Dalla legge sulla violenza domestica del 2020, gli editori di siti per adulti non possono più semplicemente chiedere ai propri visitatori di certificare sull’onore che sono effettivamente adulti: devono, per impedire ai minori di accedere a contenuti pornografici, implementare strumenti di verifica dell’età.

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Strumenti, ma quali? Da allora gli editori di siti pornografici gratuiti e le autorità hanno continuato a scaricare la responsabilità, sostenendo che non esiste una soluzione semplice. Per provare a rispondere a questa domanda, la legge volta a mettere in sicurezza e regolamentare lo spazio digitale, rafforzando i poteri di Arcom nella lotta ai siti non conformi, ha imposto al garante dei media di pubblicare un documento tecnico di riferimento sui prerequisiti dei sistemi di verifica dell’età attuati da editori.

Un testo atteso

Se Arcom pretende che gli editori di siti pornografici si adeguino alla legge entro tre mesi, questi ultimi beneficeranno comunque, per ulteriori tre mesi, di un periodo transitorio durante il quale potranno accontentarsi di verificare l’età dei propri visitatori richiedendone la registrazione. di una carta bancaria. Una soluzione considerata imperfetta, che è stata oggetto di numerose discussioni, ma che, se accompagnata da una doppia autenticazione, come quella offerta dalle applicazioni bancarie, sarà accettata temporaneamente.

Dopo questa scadenza, vale a dire dall’aprile 2025, i siti pornografici dovranno offrire strumenti ritenuti più sicuri e affidabili, che rispetteranno un certo numero di regole in termini di affidabilità e tutela della vita privata. Primo requisito: questi strumenti devono essere gestiti da un fornitore di servizi indipendente e non dagli editori stessi. Ciò è dispiaciuto per alcuni giganti dell’industria del porno che hanno sviluppato (o stanno cercando di farlo) i propri strumenti di verifica dell’età.

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Arcom ricorda poi che gli strumenti messi in campo devono garantire che i minorenni non possano fornire prove falsificate della maggiore età, come immagini generate dall’intelligenza artificiale o montaggi. Infine, ogni sito deve offrire almeno una soluzione di verifica dell’età “in doppio anonimato” – un metodo che consente di avvalersi di un intermediario (banca, operatore telefonico), senza che il sito pornografico conosca l’identità del suo visitatore, e senza che l’intermediario sappia che il suo cliente sta consultando un sito pornografico.

In caso di inadempimento dei propri obblighi, i siti possono in teoria essere soggetti a sanzioni da parte di Arcom, che dalla legge SREN ha visto rafforzati i propri poteri. Ora ha la possibilità di richiedere il blocco di un sito senza passare dal giudice – anche se, a seguito dello scontro tra Francia e Bruxelles, la procedura potrebbe rivelarsi più lunga e complessa se il sito in questione fosse legalmente installato in un altro paese europeo.

Fino ad allora, e sulla base della legge del 2020, diverse richieste di blocco rivolte a siti pornografici che non verificano l’età dei visitatori sono ancora allo studio presso i tribunali francesi.

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