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appuntato un documentario che elogia Mohamed VI

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È un’abitudine della famiglia reale marocchina utilizzare giornalisti e registi occidentali per migliorare la propria immagine. È in un contesto di riconciliazione con la Francia che è uscito un documentario che sembra fatto su misura, “Il viaggio di un re: il Marocco di Maometto VIIl carattere elogiativo dell’opera è troppo evidente per sfuggire alla critica cinematografica e televisiva francese.

Dopo diversi mesi di litigi e insulti rivolti al presidente Emmanuel Macron dal re e dai suoi rappresentanti, Francia e Marocco si sono riconciliati al prezzo di un’enorme concessione di Parigi sulla questione del Sahara Occidentale.

Alla fine dello scorso luglio, Macron aveva informato Mohammed VI che la Francia considerava il piano di autonomia presentato dal Marocco come “l’unica base” per trovare una soluzione al conflitto sahrawi.

A fine ottobre il presidente francese è atteso a Rabat per suggellare definitivamente la riconciliazione. È in questo contesto che è uscito “Il viaggio di un re: il Marocco di Mohamed VI”, un documentario di 52 minuti prodotto dai giornalisti francesi Yves Derai e Michaël Darmon.

Ufficialmente il documentario è stato prodotto in occasione del 25° anniversario dell’ascesa al trono di Mohammed VI, divenuto re del Marocco il 30 luglio 1999.

Ma la rivista specializzata Télérama avverte: “Non fidatevi della presentazione ufficiale del programma”. Dopo averlo visto, i media francesi hanno subito concluso “a documentario propaganda intesa a lucidare l’immagine di Mohammed VI in un momento di riconciliazione con la Francia sulle spalle del Sahara Occidentale.

Francia: un documentario di propaganda a favore di Maometto VI suscita polemiche

Molte personalità, tra cui l’ex presidente francese François Hollande, l’ex ministro dell’Economia Bruno Le Maire, giornalisti e ricercatori ed ex ministri marocchini, che Télérama definisce “un pubblico di commentatori politici elogiativi”, sono stati chiamati e si sono impegnati a “garantire un servizio post-vendita visto solo con imbarazzo”.

“Questo documento si rivela essere niente più che un rozzo volantino politico destinato a lucidare la statua reale”, insistono i media francesi, che non esitano a descrivere il documentario come uno “spot pubblicitario”.

Se l’autore dell’articolo dà tali giudizi, non è senza ragione. Innanzitutto per le espressioni elogiative usate per elogiare Maometto VI: “principe illuminato”, “politica visionaria” o addirittura “baluardo contro il terrorismo”.

Inoltre, tutte le scelte del sovrano, anche le più controverse sia in Marocco che all’estero, sono state “applaudite” dai relatori. Questo è ovviamente il caso della normalizzazione con Israele.

Soprattutto, nei 52 minuti di durata del documentario, i “temi imbarazzanti” sono stati accuratamente oscurati, come la repressione caduta sui leader del Rif Hirak nel 2016-2017.

L’ultima sequenza del film rivela il suo vero obiettivo: “Il recente riavvicinamento della Francia al Marocco alle spalle del Sahara Occidentale”. Una sequenza di “parzialità grottesca” che “sarebbe quasi comica, se la realtà in questione non fosse tragica”, scrive la rivista televisiva francese.

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