La Coalizione delle Organizzazioni Sinergiche per la Difesa dell’Istruzione (Cosydep), esprimendo il proprio parere sull’ordinanza n. 024 830 relativa ai principi guida della regolamentazione interna degli istituti di istruzione e formazione pubblici e privati in Senegal pubblicata dal Ministro dell’Istruzione Nazionale, ha elogiato il “comprovato modello di laicità” del Senegal.
“Dopo l’analisi del decreto da parte delle sue autorità, Cosydep accoglie con favore il riferimento ai testi che regolano le condizioni dell’istruzione inclusiva, garantendo l’accesso gratuito a tutti i bambini a scuola; la protezione, la sicurezza e la salute dei bambini; i diritti e i doveri degli attori”, si legge in un comunicato giuntoci ieri, giovedì 10 ottobre. Meglio”, rileva l’utile richiamo ai principi ispiratori della regolamentazione interna degli istituti di istruzione e formazione pubblici e privati in Senegal; ribadisce la propria convinzione che lo spazio scolastico debba essere il luogo per eccellenza del consolidamento dei principi elementari della convivenza, della comprensione reciproca e soprattutto del consolidamento della coesione nazionale.
“Cosydep ritiene, quindi, che nessuna controversia interreligiosa o interetnica debba avere origine nella scuola e ritiene che i regolamenti interni debbano certamente basarsi sulle realtà locali, ma soprattutto devono basarsi su testi superiori, in relazione alla la tipologia di scuola autorizzata: scuola pubblica; scuola privata laica; scuola privata franco-araba; scuola cattolica privata; scuola confessionale privata (Daara, seminario)”, si legge nel comunicato stampa. Infatti, secondo Cheikh Mbow and Co., “Il Senegal è un modello collaudato di laicità, che non ha nulla da invidiare a nessun altro modello; il modello senegalese è motivo di orgoglio da valorizzare”. “Ecco perché diversi attori, tra cui Cosydep, si sentono a disagio nel constatare che la questione del velo a scuola ha assunto i toni di un dibattito pubblico interreligioso”, si legge.
Pertanto, sulla base di queste considerazioni, Cosydep raccomanda di favorire il dialogo diretto tra l’amministrazione scolastica e le parti interessate su qualsiasi questione delicata legata in particolare alle credenze e alla fede; sostenere i comitati di gestione delle scuole e degli istituti affinché sviluppino i loro regolamenti interni in modo inclusivo, sulla base dei principi guida, con la supervisione dell’autorità accademica”
Cosydep propone inoltre di “mobilitare risorse ed energie per il completamento dell’inizio dell’anno scolastico, l’adeguamento delle scuole, la cura di migliaia di bambini fuori dalle strutture educative, il processo di consultazione sulle riforme annunciate che integri tutte le questioni di attualità , il rafforzamento del quadro e del sistema di regolamentazione di tutta l’offerta educativa”, ma anche di “rafforzare l’offerta educativa pubblica sulla base di ciò che orienta i genitori verso altre offerte per una soluzione sostenibile (rigore e disciplina, forza lavoro e stabilità, ambiente e rendimento di apprendimento, ecc.)”.
Per Cosydep “la scuola non può essere fonte di alcuna disputa interreligiosa o interetnica”. Al contrario, secondo Cheikh Mbow and Co., «si prevede di consolidare la coesione sociale, di rafforzare la propria dimensione umanista, di garantire la correttezza nell’abbigliamento, il rispetto per gli altri, il senso di solidarietà, l’impegno negli studi»
Si ricorda che l’ordinanza n. 024 830 relativa ai principi guida della regolamentazione interna degli istituti di istruzione e formazione pubblici e privati in Senegal impone a tutti gli istituti, pubblici o privati, di accettare di indossare simboli religiosi come il velo, la croce o perle sacre purché non danneggino l’identificazione dello studente.
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