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Julienne Mpemba condannata a 10 anni di carcere dal tribunale penale di Namur: “Per lei i bambini erano solo merce”

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Altro elemento notato dalla corte: la chiara consapevolezza di Mpemba delle sue azioni. “Lei è un avvocato di formazione ed era abbastanza competente nel capire cosa stava facendo.”ha osservato la corte, prima di concludere che la sua venalità aveva raggiunto il culmine quando aveva rapito i bambini. La Namuroise non si accontentò di ingannare le famiglie adottive, attaccò direttamente i bambini, che rapì e spacciava per orfani.

Arresto immediato, Mpemba perde le staffe

Appena letta la sentenza, l’accusa si è affrettata a chiedere l’immediato arresto della Namuroise. Quanto all’avvocato difensore, Me Maudoux, non ha nascosto il suo disappunto: “Questo è un giudizio deludente. Ha risposto a tutte le misure dall’inizio dell’apertura del fascicolo. È belga e non ha intenzione di tornare in Congo.”ha supplicato. L’avvocato ha denunciato anche quella che ritiene essere una”prova d’intento” e ha respinto fermamente ogni rischio di recidiva o di fuga, posizione che non ha convinto la corte. Dopo un’ora di riflessione, il presidente ha deciso che il pericolo era troppo grande. “C’è il rischio di recidiva e di partenza a causa dei legami con il Congo”ha sottolineato prima di ordinare l’arresto immediato di Julienne Mpemba. Un raro momento di tensione in aula. Mentre fino ad allora era rimasta calma, la furiosa Namuroise reagì violentemente, accusando la corte di aver orchestrato fin dall’inizio la sua caduta: “Sei stato incaricato di condannarmi, urlò, attaccando direttamente il presidente. Siete voi i corrotti! Combatterò fino alla fine. Farò appello e mi difenderò. Non mi spezzerai.”

Il futuro dei bambini, una domanda senza risposta

Se Julienne Mpemba apre un nuovo capitolo giuridico con il suo appello, resta una domanda: che ne sarà dei bambini in tutto questo? Vittime collaterali di questa vicenda, sono ora al centro di un imbroglio legale ed emotivo. Da otto anni, questi bambini rapiti, come Emile, Alice, Louise o anche Lucie (nomi fittizi), aspettano risposte. Il verdetto sull’aspetto penale non segna la fine del loro percorso. Le famiglie adottive sperano di mantenere questi bambini in Belgio, mentre i genitori biologici congolesi desiderano solo una cosa: rivederli. Questi bambini, presi nel mezzo, potrebbero un giorno dover scegliere tra la terra che li ha visti crescere e quella che li ha visti nascere. Ma per ora”durante la chiamata le risposte rimarranno in sospeso”lasciando famiglie e bambini nell’incertezza in attesa che i tribunali civili e il tribunale per i minorenni si pronuncino.


Ricordo dei fatti

Nel novembre 2015, undici bambini congolesi hanno messo piede sul suolo belga per essere adottati dalle loro famiglie. Ma senza saperlo, questi giovani, di età compresa tra i 2 e i 5 anni, erano stati sottratti alle loro famiglie dalla belga-congolese Julienne Mpemba. L’avvocato di Namur aveva fornito loro false identità, false date di nascita e preteso denaro dalle famiglie adottanti. Il caso è stato scoperto poco dopo dalla procura federale e lei è stata arrestata nel 2016 in Belgio.

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