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Il Quebec, teatro di un anno di movimenti a sostegno del popolo palestinese | Medio Oriente, l’eterno conflitto

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Un anno dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 che ha incendiato il Medio Oriente e provocato una risposta violenta da parte di Israele, gli attivisti continuano a farsi sentire nelle strade del Quebec a sostegno del popolo palestinese e libanese.

Certo è che dopo un anno è difficile restare motivati ​​quando vediamo la situazione peggiorare in Medio Oriente.sussurra Marie-Hélène Hébert, membro del Collettivo per la Pace del Quebec.

L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 ha causato 1.209 vittime in Israele. Da parte palestinese, gli attacchi israeliani da allora hanno provocato più di 41.000 morti e 96.000 feriti, il 60% dei quali erano donne e bambini.

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Marie-Hélène Hébert, membro del Collettivo per la Pace del Quebec.

Foto: Radio-Canada

Marie-Hélène Hébert sta conducendo una campagna affinché il Canada riconosca la Palestina come uno stato a pieno titolo.

Ciò che vediamo dalla popolazione del Quebec è che sono ancora favorevoli e molto empatici nei confronti dei palestinesi.ha detto, notando però che lo è difficile mobilitare le persone affinché vadano a manifestare.

Jesse Greener, di Independent Jewish Voices, è uno di coloro che hanno manifestato per le strade del Quebec lo scorso anno.

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Jesse Greener, di Independent Jewish Voices.

Foto: Radio-Canada

Di fede ebraica, non ha paura di fare commenti critici nei confronti di Israele in pubblico e nella sua comunità.

Per altre personeè opportuno che è difficile comprendere le sfumature della cultura ebraica.

Ma una cosa è molto facile da capire: è illegale e immorale fare la guerra ai cittadinituona. E questo è qualcosa che unisce molte persone, ebrei e non ebrei del Quebec.

La diaspora libanese è preoccupata

La recente escalation delle ostilità tra Israele e Hezbollah in Libano ha ucciso centinaia di civili.

Tra i membri della diaspora libanese in Quebec la preoccupazione è palpabile.

Vediamo che c’è molta ansia, molta angoscia per quello che sta accadendospiega Jacques Fadous, residente in Quebec originario del Libano. Non vogliamo faziosità, vogliamo semplicemente che tutti i libanesi si uniscano.

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Jacques Fadous, residente in Quebec originario del Libano.

Foto: Radio-Canada

Nisrine Moubarak, professoressa di infermieristica all’Università Laval di origine libanese, ha raccolto testimonianze di studenti e amici preoccupati per i loro cari in Medio Oriente.

Un modo per dimostrare che la gente soffre qui… come altrove.

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Nisrine Moubarak, di origine libanese, è professoressa di infermieristica all’Università di Laval.

Foto: Radio-Canada

Adesso stiamo sperimentando un po’ più di sofferenza che ci porta a pensare molto di più al futuro e al futuro e penso che abbiamo perso un po’ di questa speranzasi lamenta colui la cui famiglia è ancora in Libano. Allora è difficile perché non sappiamo dove stiamo andando.

La sua affermazione è molto semplice: Cerchiamo la pace. Non più. Non ci interessa nient’altro.

Secondo un rapporto di Anne-Sophie Roy

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