DayFR Italian

Scoperta di meteoriti: la Fondazione Attarik sottolinea il ruolo del Marocco al Festival della Scienza 2024

-

IL Fondazione Attarik rappresenta il Maroccodal 4 al 6 ottobre 2024, durante il Festival della scienza al Città della scienza e dell’industria ha Parigi. Questa edizione, organizzata sul tema del mondo francofono, metterà in risalto la collaborazione scientifica all’interno del mondo francofono. “La Fondazione Attarik si distinguerà per due attività principali, focalizzate su meteoriti e il planetologiaambiti in cui il Marocco svolge un ruolo fondamentale. Un laboratorio interattivo permetterà ai visitatori di scoprire frammenti di meteoriti, comprenderne l’origine e la loro importanza nella formazione dei pianeti e del sistema solare, con un focus particolare sui meteoriti scoperti in Marocco. Il pubblico avrà così la possibilità di esplorare i misteri del cosmo attraverso questi frammenti di stelle”, precisa la Fondazione in un comunicato. “Contemporaneamente, sarà organizzata un’attività divertente dedicata ai più piccoli attorno al racconto illustrato “Io, Tamdakht il meteorite”, un’avventura ispirata alla caduta del Meteorite Tamdakht au Marocco nel 2008. Questa storia mira a educare i bambini alla scienza spaziale in modo accattivante”, aggiunge la stessa fonte.

La partecipazione del Fondazione Attarik Questo evento evidenzia il ruolo cruciale del Marocco nella scoperta dei meteoriti e il contributo scientifico del paese a livello globale. “Il Marocco è uno dei paesi più ricchi di meteoriti al mondo, ciò permette a tutti gli scienziati che lavorano su questo tema di avere accesso a queste rocce eccezionali in modo relativamente semplice. Questa ricchezza si spiega con la grande estensione del Sahara marocchino, con l’interesse mostrato dai nomadi per queste rocce, con la comunità di cacciatori di meteoriti esperti in materia e con la sicurezza garantita nelle zone desertiche dove queste rocce si sono accumulate, hanno dichiarato al quotidiano “Le Matin” Pre Hasnaa Chennaouipresidente della Fondazione Attarik.

Lo scienziato spiega anche che i meteoriti lo sono rocce aliene che sono testimoni dell’origine di sistema solare e di l’Universoche ci informano su aspetti della conoscenza molto diversi, come la comprensione dell’origine dell’acqua e della materia organica sulla Terra, la formazione e l’evoluzione dell’Universo e del sistema solare, o anche le estinzioni di massa di specie, come quella ben nota dei dinosauri 65 milioni di anni fa. “I meteoriti forniscono accesso a informazioni preziose sui corpi rocciosi del sistema solare da cui non è ancora arrivato alcun ritorno di campioni o da cui le missioni spaziali hanno riportato solo polvere. Sono un ottimo sostituto e complemento delle missioni spaziali che sono estremamente costose e limitate nella possibilità di prelevare pezzi di roccia dai loro corpi genitori e riportarli sulla Terra. Fatta eccezione per le missioni Apollo che hanno rimpatriato diverse decine di chili di rocce lunari», sottolinea.

Il professor Chennaoui torna anche sulle attività previste durante il Festival della Scienza, tra cui la lettura del racconto “Io, Tamdakht il meteorite”. “Questo racconto illustrato presenta un meteorite caduto in Marocco nel dicembre 2008, denominato “Tamdakht”, dal nome del villaggio più vicino alla sua caduta. Si rivolge a grandi e piccini, il meteorite si esprime e racconta la sua storia. Nel racconto vengono presentate molte informazioni sulla sua origine, formazione e componenti”, sottolinea. “L’ho scritto proprio perché volevo trasmettere tutte queste informazioni in modo molto semplice e piacevole. Le illustrazioni sono magnifiche, sono state create da un giovane fumettista marocchino di nome Driss Ouamroudiplomato alla Scuola di Belle Arti di Tetouan ed è originario di Ouarzazate. Il racconto gli “parlava”, lui esprimeva il racconto con la sensibilità artistica della sua anima”, continua il nostro interlocutore.

Professor Hasnaa Chennaoui: Il Marocco occupa una posizione privilegiata nel mondo scientifico

Le Matin: Uno degli obiettivi della Fondazione è sensibilizzare i giovani marocchini alle scienze della Terra e dell’Universo. In che modo queste attività, come il laboratorio sui meteoriti, contribuiscono a questo obiettivo?

Pre Hasnaa Chennaoui: la Fondazione Attarik svolge un gran numero di attività per sensibilizzare e risvegliare i giovani marocchini all’amore per la scoperta e alla curiosità scientifica. Per questo partecipiamo a numerosi festival ed eventi scientifici pubblici in Marocco, negli istituti scolastici, sia primari che secondari e superiori, e a qualsiasi evento in cui la conoscenza possa essere condivisa. Una delle nostre azioni di punta è l’istituzione, da luglio 2021, del nostro Expo-Museo “Meteoriti messaggeri dal cielo”, prima presso l’AnfaPlace Mall e poi attualmente presso Marina Shopping a Casablanca. Questo approccio alla creazione di un museo in un centro commerciale mira ad avvicinare i musei al pubblico e renderne l’accesso facile per tutti. È un luogo che accoglie sia il grande pubblico che gli studenti delle scuole. Presentiamo tutti i meteoriti caduti in Marocco negli ultimi vent’anni, i fossili del Marocco, i minerali, uno spazio dedicato al contributo degli studiosi musulmani all’astronomia e alle scienze in generale. La mostra-museo ospita anche un planetario professionale con un ricco programma.

Quali sono le principali difficoltà che incontri nel promuovere la scienza in Marocco, in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento dei giovani?

Una delle nostre sfide più grandi è il finanziamento, cerchiamo di sopravvivere finanziariamente senza aiuti, il che non è facile. Credo che la nostra società non abbia ancora pienamente compreso l’importanza di promuovere la scienza per lo sviluppo di un Paese. I politici spesso incoraggiano la scienza “applicata” o la “ricerca e sviluppo” a scapito della ricerca fondamentale, che costituisce la base della ricerca applicata e consente a un Paese di svilupparsi attraverso l’innovazione. I giovani cercano di seguire percorsi accademici dove vedono opportunità professionali, purtroppo le scienze non sono sufficientemente valorizzate come fonti di lavoro. Si sposteranno maggiormente verso corsi piuttosto brevi e applicativi, certamente necessari, ma non sufficienti per lo sviluppo di un Paese e il suo sviluppo tecnologico e intellettuale.

Il Marocco è riconosciuto per la ricchezza delle sue scoperte di meteoriti. Quali iniziative ha intrapreso la Fondazione per promuovere e preservare questo patrimonio scientifico unico?

Da ventiquattro anni i nostri team mettono in atto un’intera strategia basata su tre assi. Si tratta in primo luogo dello sviluppo della ricerca scientifica attraverso pubblicazioni d’avanguardia, anche su riviste prestigiose come “Science”, nonché della supervisione di numerosi dottorandi. Il secondo asse riguarda l’introduzione di un modulo didattico in Geochimica e Cosmochimica a livello nazionale, destinato a tutti gli studenti del corso di laurea in Geologia. L’ultimo asse della strategia riguarda la comunicazione sia con i media nazionali che internazionali per fornire un’informazione chiara, verificata e corretta, nonché per far conoscere questo patrimonio ai marocchini, ma anche una maggiore comunicazione scientifica attraverso l’organizzazione di congressi ed eventi scientifici che hanno attirato in Marocco i più grandi ricercatori su questi temi del mondo. Tutte queste azioni hanno permesso al Marocco di occupare una posizione privilegiata nel mondo, non solo per il gran numero di meteoriti ricevuti, ma anche per la sua dinamica ricerca scientifica riconosciuta da tutti.

La collaborazione con istituzioni come Universcience e l’Ambasciata francese evidenzia gli scambi scientifici tra Marocco e Francia. In che modo questo tipo di partenariato contribuisce a rafforzare la posizione del Marocco nella ricerca scientifica globale?

Il partenariato scientifico Marocco-Francia è storico e ben consolidato. Personalmente ho preparato la mia prima tesi di dottorato all’Università Pierre-et-Marie-Curie Paris 6, il mio obiettivo era tornare in Marocco per continuare a fare ricerca. Entrando all’Università Hassan II di Casablanca, ho continuato a collaborare con il laboratorio in cui avevo preparato la mia tesi.

Inoltre, il professor Albert Jambon, che ha supervisionato la mia prima tesi, ha supervisionato anche la seconda sui meteoriti. È stato grazie a lui che ho scoperto l’affascinante mondo dei meteoriti, soprattutto quelli provenienti dal Marocco. La collaborazione non si è mai interrotta, dopo il suo pensionamento, ho cercato di sviluppare altre partnership in Francia, in particolare con il Museo di Storia Naturale di Parigi o il CEREGE (Centro Europeo di Ricerca e Insegnamento delle Geoscienze Ambientali)

ad Aix-Marsiglia. Diversi dottorandi sono stati accolti in queste strutture ed altre attraverso borse di mobilità. Questa collaborazione è importante e ci permette di costruire legami e dare visibilità al nostro lavoro. Permette anche di dimostrare – se necessario – la grande ricchezza della gioventù marocchina, capace di affrontare diversi temi della ricerca scientifica d’avanguardia, nelle università marocchine, con i mezzi di cui dispongono e con le aperture a livello internazionale possibili grazie alla credibilità scientifica e al rigore dei nostri ricercatori.

Related News :