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Verità e pregiudizi sulle targhe “F”.

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Ecco dunque la foto: sabato, ore 16, una piccola pinta di birra con gli amici su una terrazza allestita ai margini di un viale trafficato, quando all’improvviso passa un fanatico dalle grandi braccia a bordo del suo SUV Mercedes AMG con i finestrini aperti, con musica nel chiodo, così forte che la vibrazione dei bassi si fa strada nei nostri occhiali.

Nella mia zona chiamiamo questo tipo di individuo “coglione“. Un colono. Ed è bellissimo!

Questo era già più che sufficiente a smorzare il nostro buon umore, quando un dettaglio discreto ha aumentato la nostra esasperazione: la “F” sulla targa del veicolo che costava più di 100.000 dollari.

Lo ammetto, quando mi imbatto in un’auto di lusso con immatricolazione F, devo fare grandi sforzi per reprimere i miei pregiudizi. Non fraintendetemi: il ragazzo di cui vi ho appena parlato è innegabilmente un idiota, l’oggetto dei miei preconcetti si limita alla immatricolazione del suo carro armato. Rivela anche un evasione fiscale?

Lì sento di aver perso alcuni (altri sanno benissimo di cosa sto parlando). Qual è il legame tra targa automobilistica e tassa? Ti spiegherò.

Un’auto aziendale

I veicoli con targa che inizia con “F” venivano pagati da un’azienda. In linea di principio, i costi di acquisto o di noleggio nonché i costi operativi sono deducibili per l’azienda fino a un certo limite. Alla persona che usufruisce di tale veicolo verrà concesso un beneficio imponibile per l’uso dell’auto per scopi personali e non per la parte professionale.

Altro principio importante: affinché l’azienda possa detrarre la bolletta dell’auto, questa deve essere utilizzata per generare reddito, quindi per incontrare clienti, trasportare attrezzature, acquistare materiali, ecc.

Questo è solo un modo per detrarre le spese sostenute nello svolgimento delle attività commerciali. L’utente potrebbe anche essere proprietario del veicolo ed essere risarcito dal datore di lavoro per i chilometri percorsi nell’ambito del proprio lavoro. Stessa cosa per un lavoratore autonomo che quando utilizza l’auto personale nello svolgimento della propria attività professionale, ha diritto anche alle detrazioni in sede di dichiarazione dei redditi.

Nel caso di un veicolo targato F, quindi di proprietà di un’azienda, quindi con vocazione commerciale, è la stessa cosa, salvo che a volte si rimane perplessi quando si tratta di un’auto di lusso. La prima domanda che viene in mente al profano come me: le caratteristiche della Porsche Targa GTS sono necessarie nell’adempimento dei compiti?

No, non sto esagerando, troviamo cose molto esotiche nell’ambito della targa F. Ma ehi, dal punto di vista fiscale la domanda del profano non è rilevante. Potrebbe trattarsi di una Lamborghini, e la situazione potrebbe rientrare ampiamente nei requisiti dell’Agenzia delle Entrate (anche se questo è un invito alla verifica).

Ovviamente non esiste azienda che offrirebbe una somma del genere a uno dei suoi dipendenti; osserviamo questo tipo di stravaganza tra gli azionisti (proprietari) e le persone ad essi correlate, i loro figli e i loro coniugi;

Te lo assicuro: una società non può detrarre il costo di un veicolo da 400.000 dollari. La franchigia massima per un’auto acquistata è di $ 37.000, una detrazione che deve essere ripartita su più anni. Nel caso di un’auto elettrica, invece, il tetto è di 61.000 dollari, importo interamente deducibile a partire dal primo anno.

Se l’auto è in leasing, la società può detrarre al massimo circa $ 1.000 al mese. Questi dettagli mi erano sconosciuti prima di discutere l’argomento con il commercialista Éric Brazeau. Mi sono avvalso anche della consulenza del fiscalista Michel Archambault e di Sylvain Fontenelle, un altro commercialista. Tutti si sono attenuti alla teoria. I pregiudizi sono miei.

Che cos’è un beneficio imponibile?

Per quanto riguarda il calcolo del beneficio imponibile derivante dalla tassa di utilizzo che grava sulle spalle del conducente dell’auto aziendale, è piuttosto complicato. La formula è diversa a seconda che l’auto sia stata noleggiata o acquistata dall’azienda (è più vantaggioso noleggiare) e se venga utilizzata più o meno del 50% per scopi lavorativi.

Poche parole per spiegare il beneficio imponibile. Ciò che un’azienda offre in natura (beni, servizi) a un dipendente o ad un azionista deve essere tassato nelle mani di questi ultimi come se gli fosse stato dato in denaro. Altrimenti potremmo essere pagati in parte in buoni spesa e pieno di benzina, evitando le tasse. In questo caso si tratta dell’utilizzo dell’auto aziendale per scopi personali: trasportare i bambini al campo di calcio, visitare la Gaspésie e perfino andare al lavoro. Questa è la fine nel mirino del fisco.

Nel caso di un azionista aziendale, la questione è leggermente diversa, perché ha una scelta. Un bel mattino vuole una Porsche. Deve pagarsi i dividendi o lo stipendio per pagarlo, dare una parte al fisco e acquistare il suo giocattolo con il resto. Se è la società a comprarlo, capirai che escono meno soldi, perché nel processo non viene riscossa alcuna imposta.

L’Agenzia delle Entrate recupera il dovuto con il beneficio imponibile, calcolato sull’uso personale del veicolo. E se c’è un imbroglio, è a questo livello. I contribuenti interessati devono tenere un registro (registro). Il viaggio deve essere registrato e codificato. Lo si fa sempre con rigore e onestà? Nessuno con cui ho parlato può giurarlo.

Non bisogna fidarsi delle apparenze, ma i miei pregiudizi mi dicono che il mio coglione probabilmente stavo andando a trovare un cliente.

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