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quali sono i Primi Ministri prima di Michel Barnier che non hanno chiesto il voto di fiducia?

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Questo martedì, 1° ottobre, Michel Barnier farà il suo “grande orale” pronunciando il suo discorso di politica generale ai deputati. Al termine di questo discorso non si sottoporrà al voto di fiducia, come vuole la tradizione. È raro, ma non inaudito.

È un passaggio obbligato, strategico e decisivo. Scrutato dai media, atteso dai partiti, il discorso di politica generale di Michel Barnier avrà luogo questo martedì 1 ottobre alle 15

E questo avviene in un contesto particolare. Dopo la sua nomina da parte di Emmanuel Macron, che ha sciolto l’Assemblea a giugno, Michel Barnier, del gruppo LR, non ha la maggioranza nell’Assemblea.

Ha quindi deciso di non ricorrere al voto di fiducia alla fine del suo discorso, contrariamente alla tradizione repubblicana, che prevede che un nuovo Primo Ministro chieda conto del suo governo all’Assemblea. Obiettivo, ottenere il consenso dei deputati, indispensabile per governare. In caso di rifiuto significa dimissioni.

Qualche precedente?

Per evitare di correre un simile rischio, Michel Barnier ha deciso quindi di non richiedere questa votazione. Prima di lui, altri otto primi ministri, compreso il suo predecessore Gabriel Attal, non hanno votato la fiducia sotto la Quinta Repubblica, indica l’AFP.

Così Gabriel Attal è succeduto a Elisabeth Borne, che dal 2002 era stata il primo Primo Ministro e dopo l’allineamento delle elezioni presidenziali e legislative, a non impegnare la responsabilità del suo governo con un voto di fiducia, ricorda TF1.

Prima di ciò, dobbiamo risalire molto più indietro nella Quinta Repubblica per trovare Primi Ministri che hanno fatto a meno del voto di fiducia. In ordine cronologico quindi, Georges Pompidou (1966), Maurice Couve de Murville (1968), Pierre Messmer (1972), Raymond Barre (1976), Michel Rocard (1988), Edith Cresson (1991) e Pierre Bérégovoy (1992) non hanno chiedere fiducia.

Qual è il voto di fiducia?

Al termine del discorso, la tradizione vuole che il Primo Ministro impegni le sue responsabilità davanti all’Assemblea, sottoponendosi ad un voto di fiducia. Lo ricorda però il sito dell’Assemblea nazionale “L’impegno alla responsabilità non è obbligatorio quando si entra in un governo”. “Il Primo Ministro, e lui soltanto, può ritenere il Governo responsabile davanti all’Assemblea Nazionale sul suo programma o su una dichiarazione di politica generale”.

Dal 1958, il ricorso al voto di fiducia è stato utilizzato 41 volte. Se la Costituzione prevede che il Governo “è responsabile davanti al Parlamento”, una mancanza di fiducia dopo una votazione durante il discorso di politica generale equivarrebbe a una sanzione da parte del governo. “Quando l’Assemblea Nazionale adotta una mozione di censura o disapprova il programma o una dichiarazione di politica generale del Governo, il Primo Ministro deve presentare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica del Governo”.

Michel Barnier, invece, non potrà sottrarsi alla mozione di censura presentata dalla sinistra. E il discorso di politica generale potrebbe essere decisivo nella decisione di alcuni deputati.

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