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Dovremmo riflettere su Hassan Nasrallah?

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La morte di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, durante un attacco israeliano nella periferia sud di Beirut, ha scatenato accesi dibattiti in Marocco. Mentre alcuni partiti politici e personaggi pubblici esprimono tristezza e solidarietà, una parte della società, in particolare le personalità religiose, si oppone a qualsiasi forma di lutto, qualificando il defunto un nemico dell’Islam sunnita e del Marocco.

Le reazioni contrastanti dei partiti politici marocchini

Nelle ore successive all’annuncio della morte di Hassan Nasrallah, diversi gruppi politici marocchini hanno parlato pubblicamente. Il Partito Giustizia e Sviluppo (PJD), di riferimento islamico, ha subito pubblicato un comunicato stampa firmato da Abdelilah Benkirane, esprimendo le sue condoglianze a Hezbollah, all’Iran, al popolo libanese e a tutte le nazioni arabe. Il testo rende omaggio alla memoria di Nasrallah, descritto come un “martire della causa palestinese”.

Allo stesso modo, il Partito Socialista Unito (PSU) e la Federazione della Sinistra Democratica (FGD) hanno espresso la loro tristezza, denunciando una nuova “aggressione sionista” contro una figura della resistenza libanese. Queste dichiarazioni sono state accompagnate da manifestazioni e proteste nelle città marocchine, in particolare a Rabat, dove le associazioni filo-palestinesi hanno mostrato il loro sostegno alla resistenza.

© Mounir Mehimdate

Reagiscono i religiosi: Nasrallah, nemico dei sunniti

Tuttavia, la reazione di alcune personalità religiose marocchine è stata categoricamente contraria. Il predicatore salafita Mohamed Fizazi, noto per le sue posizioni forti, ha condannato fermamente ogni forma di preghiera o di cordoglio per Hassan Nasrallah.

Sulla sua pagina Facebook lo ha definito un “traditore” e un nemico dei sunniti, a causa dei suoi legami con l’Iran e del suo ruolo nell’addestramento del Polisario, un movimento separatista sahrawi. Secondo Fizazi pregare per Nasrallah equivale a sostenere “un nemico del Marocco”.

Sulla stessa linea l’imam Abdellah Nhari, ex predicatore della città di Oujda, ha pubblicato un video in cui esprime la sua “soddisfazione” per la morte di Nasrallah, accusandolo di crimini contro i sunniti in Medio Oriente. Est. Ha anche criticato Hezbollah per aver sfruttato la causa palestinese per scopi politici, agendo contro gli interessi dei musulmani sunniti.

Hezbollah e Polisario: un’alleanza denunciata

Il dibattito attorno a Nasrallah ha riacceso anche le accuse di legami di Hezbollah con il movimento separatista dei mercenari del Polisario, nemico dichiarato del Marocco nella questione del Sahara. Dal 2018, dopo la rottura delle relazioni diplomatiche tra Marocco e Iran, Rabat accusa Hezbollah di aver addestrato militarmente membri del Polisario, sotto il coordinamento dell’ambasciata iraniana in Algeria.

Queste accuse, che già all’epoca avevano suscitato un’onda d’urto, sono tornate alla ribalta con la scomparsa di Nasrallah. Queste accuse, che hanno accresciuto le tensioni tra Marocco e Iran, sono tornate al centro delle discussioni sui social network, tanto che alcuni internauti ricordano che sostenere Hezbollah, attore sospettato di contribuire alla destabilizzazione del Regno, equivale a sostenere un’organizzazione ostile al Marocco.

In un’intervista del 2018, Nasser Bourita, ministro degli Affari esteri del Marocco, ha dichiarato che prove inconfutabili stabiliscono i legami tra Hezbollah e il Polisario. Ha poi sottolineato che i dirigenti militari di Hezbollah sono stati inviati per addestrare i membri del Polisario, con il supporto logistico dell’Iran. Questa cooperazione militare ha, secondo Bourita, superato una soglia critica con visite regolari e un significativo sostegno materiale, che ha portato Rabat a reagire interrompendo le sue relazioni diplomatiche con Teheran.

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