Armeno d’origine, libanese di nascita e formatosi in Arabia Saudita, il capo Vartivar Jarkezian mescola tutte queste referenze nei piatti gastronomici di Camplli.
Dall’età di 27 anni, Merci Jarkezian ha un decorso straordinario. Nato a Beirut in Libano, questo Capo armeno di origine ha costruito le sue armi per dieci anni Arabia Saudita Prima di volare a Parigi nel 2015 dove ha fatto tappa al ristorante Bissac, non lontano dall’Opera, per poi fare carriera allo Shabour dove è finito come chef.
Nel 2023, solleticato dal desiderio di essere il protagonista del proprio indirizzo, ha preso in mano le redini del ristorante Campelli, a due strade dal Palais-Royal. Ed è del tutto naturale che disegni i contorni di a Una cucina immersa nei ricordi d’infanziarivisitare Tradizioni culinarie da Beirutcerto, ma anche Jeddah e diYerevan.
Per creare i suoi piatti costruiti attorno ai sapori espezie orientali (zaatar, sommacco, fiori d’arancio, rosa), lo chef utilizza con risolutezza le tecniche gastronomiche contemporaneoma avendo cura di tenere sempre a mente le sue radici, come nel caso del suo piatto di punta, il cavolfiore Flora, ispirato alla ricetta di sua madre.
Per la parte fluida Campelli, Merci Jarkezian circondato da Claristin Christopher (Passato dal Ritz Bar), sia direttore di sala che mixologia. Se il cocktail E i cocktail analcolici ci sono, il vino è altrettanto con niente di meno 85 referenze della Francia e del mondo, in particolare dell’Armenia, da scoprire Convenzioni Pet e Wine In 5 bicchieri (€ 59) e 7 bicchieri (€ 79).
Se è possibile attingere alle proposte à la carte, viene percorso anche il percorso Campelli Due menu scoperta a € 89 (in 5 servizi, testati durante la nostra visita) e € 109 (in 7 servizi). Nonostante l’inizio sotto i migliori auspici, il nostro pranzo si è rivelato piuttosto disomogeneo, soprattutto verso la fine.
Nel dettaglio, iniziamo perfettamente, con a Incantevole trio divertita : una torta di barbabietole con carbone vegetale, yogurt e aceto di lamponi; Una crostata alla menta, dragoncello e peperoncino armeno; un sifone d’oliva, capperi e una delicata piuma di Zaatar; Oltre ad una melassa di datteri e olio tunisino da spalmare su una piccola bagna di brioche, per non imbronciare il nostro piacere.
Allora largo ai famosi Cavolfiore Flora (16 €), un cavolfiore arrostito in diverse consistenze, accompagnato da Tahini, sesamo, pesto di coriandolo e piattino a turno; delicato Santiago Snapopées e insalata orientale di acetosella (25 €); poi a Manti del Caucaso (€ 27), un raviolo ripieno di funghi – un po’ insipido, nonostante le spezie circostanti – accompagnato da un’insalata di cavolo rosso – anch’essa salata.
IL Pollame da allevamento di burro bianco (31 €) che segue, presentato insieme ad una carota ghiacciata topped Dalle uve bianche, ci porta troppo improvvisamente alla Francia e sembra molto pallido rispetto alle scoperte precedenti, mentre i dessert – a mhalabieh dei fiori d’arancio (15 €) Troppe prese e un tris di gelati dai gusti originali e piccoli biscotti al cacao (14 €) – ci hanno lasciato un po’ di fame.
Per un pranzo o una cena più intima, Pershes dispone di una sala privata al piano interrato che può ospitare fino a 16 coperti.
Questo test è stato effettuato come parte di un invito professionale. Se la tua esperienza è diversa dalla nostra, segnalacelo nei commenti.