La calma imponente della sala delle deliberazioni del municipio di Thiès è appena disturbata dagli echi di una notte trascinante. Una silhouette familiare attira tutti gli sguardi: Pipo Ndiaye, un tempo stella appariscente dell’Etics nella prima divisione senegalese, si alza lentamente. Il suo corpo, segnato dal tempo, si appoggia a due stampelle insufficienti, mentre uno dei suoi fratelli lo aiuta ad andare avanti. La scena cattura l’assemblea. Un brivido collettivo percorre la stanza, come se ognuno portasse un frammento del proprio peso.
Seduto accanto a me, Pape Moussa Cissé, allenatore della nazionale di calcio femminile, vestito in modo impeccabile, respira con una punta di nostalgia: “Era un grandissimo calciatore. » Poi, una voce sommessa rompe il silenzio: «Sono orgoglioso di mio papà». È la figlia di Pipo Ndiaye, cellulare in mano, a immortalare questo momento emozionante.
Da un lato della sala, applaude con fervore il sindaco di Thiès, Babacar Diop, affiancato dal padrino della serata, Ibrahima Wade, coordinatrice dei Giochi Olimpici Giovanili 2026, e Florence Biagui, madrina dell’evento e icona dell’arbitraggio femminile . Tutti e tre, rapiti dalla scena, incarnano un vibrante omaggio reso agli eroi sportivi di Thiès, in occasione del gala organizzato dall’Associazione Dipartimentale della Stampa Sportiva (Adps).
Ma Pipo Ndiaye non è l’unico ad essere festeggiato. Questa sera, un vero affresco di imprese, mette in risalto altre figure di spicco: Yamagor Seck, Ibnou Sarr, Madjiguène Sène, gloria emergente del basket, Bouba Cissé, allenatore di pallamano, o anche Mamadou Doudou Sow, instancabile allenatore e portiere vigile dello stadio Maniang Soumaré.
Il sindaco Babacar Diop, fedele alla sua semplicità, coglie l’occasione per offrire alle generazioni più giovani un modello di ispirazione: “Guardate Ibrahima Wade. Questo figlio di Thiès, guidato dal profondo amore per la sua città, ha brillato ad Harvard e oggi coordina le Olimpiadi del 2026, un evento storico per l’Africa. Impara da lui, lasciati ispirare dal suo viaggio. »
Anche la madrina Florence Biagui, pioniera dell’arbitraggio femminile, ha ricevuto gli onori che merita. Dai campi africani agli stadi dei Mondiali, ha portato alti i colori di Thiès e del Senegal, incarnando coraggio ed eccellenza.
In questa cerimonia piena di grandezza ed emozione, Thiès si è alzata per rendere omaggio ai suoi costruttori, coloro che, con il loro sudore e la loro passione, hanno forgiato l’identità sportiva della “Cité du Rail”. La serata si è conclusa con una promessa: quella di un futuro ispirato agli eroi di ieri, in una Thiès decisamente votata all’eccellenza.