Una sessione a porte chiuse del Polisario, organizzata il 3 e 4 gennaio nei campi di Tindouf con i suoi “emissari internazionali”, i cui scambi dovevano rimanere “confidenziali”, ha visto emergere verità imbarazzanti per il Polisario, scuotendo la tranquillità politica di Brahim Ghali . I giovani si ribellano, l’Onu si stacca, mentre i chilometri si sciolgono come neve al sole sahariano.
Appena una settimana dopo questi incontri ben curati (o quasi), un giovane ribelle del Fronte, evidentemente non nei bei libri di Brahim Ghali, ha avuto un improvviso desiderio di farsi rivelatore delle verità che sarebbero state sussurrate in occasione di questo grande incontro a porte chiuse.
Said Zarwal, un giovane giornalista sahrawi residente in Svezia, ha deciso di rompere il rumore ambientale rivelando alcune “perle” delle dichiarazioni di Mohamed Amar, rappresentante del Polisario a New York. Quest’ultimo ha ammesso che dal 13 novembre 2020, data in cui il Polisario ha deciso di abbandonare l’accordo di cessate il fuoco del 1991 come si abbandona un vecchio cappotto troppo logoro, le Forze Armate Reali (FAR) hanno sequestrato 40 km dei “territori liberati dalla Repubblica spettrale”.
Ricordiamo che già nel giugno 2022, l’ex coordinatore delle milizie armate del Polisario, Mohamed Ibrahim Biadillah, aveva lanciato l’allarme su questa espansione militare, descrivendo queste aree a est del Muro di Sabbie come a rischio di trasformarsi gradualmente in una “cintura di sicurezza per Marocco”.
Amar ha anche sottolineato il fatto che gli Stati Uniti non sono mai stati veramente favorevoli all’idea di uno “Stato indipendente nel Sahara Occidentale”. E per finire, il rappresentante di New York dichiara che l’equilibrio di potere all’interno dell’ONU pende contro il Polisario, con una menzione speciale per la Francia. La milizia separatista si ritrova così a ballare da solo su un percorso in cui gli ospiti sembrano essere rari, in particolare con la continua crescita degli stati che riconoscono la sovranità del Marocco sul Sahara.
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