È un dramma che rivela una crisi silenziosa in atto in Marocco. Una fattoria isolata trasformata in una clinica psichiatrica clandestina è stata smantellata il 26 dicembre nella regione di Marrakech. Una ventina di persone affette da disturbi mentali sono state trattenute lì in condizioni degradanti, a volte per anni, senza alcuna assistenza medica. Le vittime sono state poi trasferite in ospedale e sono state aperte le indagini “traffico di esseri umani”.
Questa tragedia fa eco alla vicenda del mausoleo di Bouya Omar del 2015, situato a pochi chilometri di distanza. All’epoca, più di 800 malati di mente furono scoperti in condizioni altrettanto drammatiche: incatenati, torturati e sottoposti a pratiche di esorcismo in un luogo rinomato per i suoi presunti poteri soprannaturali per curare malattie mentali e dipendenze. “Diversi motivi spingono le famiglie a mandare lì i propri cari: alcuni sperano ingenuamente che il trattamento psicologico tradizionale porti a una guarigione, altri, consapevoli dell’assenza di una soluzione, cercano semplicemente di liberarsene”. spiega Omar Arbib, presidente dell’Associazione marocchina per i diritti umani (AMDH) di Marrakech, che teme l’esistenza di molti altri luoghi di detenzione simili.
Meno di uno psichiatra ogni 100.000 abitanti
Questo dramma è il riflesso di un problema ignorato
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