Il ministro degli Interni spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, ha formalmente smentito giovedì l’esistenza di “ostacoli » ostacolare la riapertura delle dogane commerciali tra il Marocco e le enclavi di Sebta e Melilla. Ha parlato invece di “ problemi tecnici da risolvere » come la vera causa del ritardo in questo processo tanto atteso.
Dalla città di Pontevedra, Fernando Grande-Marlaska, fino alla mia finein dichiarazioni alla stampa iberica, alle speculazioni sulla riapertura delle dogane tra il Marocco e le enclavi di Sebta e Melilla. Il Ministro dell’Interno, infatti, ha categoricamente negato l’esistenza di “ ostacoli » a questo processo, rimasto in sospeso per diversi anni. Secondo lui, la ragione principale di questo ritardo risiede in “ questioni tecniche da risolvere ».
Grande-Marlaska ha anche fatto luce sul contesto attuale, sottolineando che è in corso un processo di negoziazione tra le due nazioni, partendo da un “ accordo importante » di cooperazione e collaborazione. Questo accordo, secondo il funzionario spagnolo, si basa su “ la massima lealtà e collaborazione ”, volto a rafforzare i legami bilaterali e a superare le sfide tecniche che finora hanno ostacolato la riapertura delle dogane.
In effetti, dalla dichiarazione congiunta dei due paesi nell’aprile 2022, la riapertura o l’istituzione delle dogane commerciali sembrava essere sulla buona strada, ma i test tecnici hanno rivelato carenze, che spiegano i ritardi riscontrati nell’attuazione.
Inoltre, il vero La sfida sarà quella di mettere in atto un quadro commerciale che rispetti sia i diritti dei lavoratori che gli standard economici. I futuri negoziati tra i due paesi partner potrebbero ridefinire le ragioni dello scambio.
Ricordiamo che il Marocco aveva chiaramente espresso la sua intenzione per non tornare indietro e debellare il fenomeno dell’ “donne triglia”che trasportavano sulle spalle grandi quantità di merce di contrabbando, percorrendo molti chilometri. Queste donne, spesso in situazioni vulnerabili, erano diventate il simbolo del commercio informale che prosperava a scapito della loro sicurezza e dignità.
Secondo le stime del governo spagnolo del 2017, a Sebta circolavano tra le 12.000 e le 15.000 persone contrabbandate, mentre a Melilla la cifra saliva tra le 3.000 e le 5.000. Questo commercio non regolamentato ha avuto ripercussioni non solo sull’economia locale, ma anche sui diritti umani, un punto che la Spagna ha riconosciuto chiedendo condizioni coerenti con gli standard dei diritti umani.