Nel settembre 2024, le autorità hanno segnalato un richiamo di pesto artigianale di aglio selvatico in scatola dopo la segnalazione di casi di botulismo nell’Indre-et-Loire, questa grave malattia neurologica causata da una potente tossina che si trova negli alimenti in scatola che non sono stati sottoposti alle adeguate processo di sterilizzazione.
Mesi dopo, quattro delle cinque persone contagiate durante un pasto con gli amici sono ancora in terapia intensiva all’ospedale Bretonneau di Tours, ha appreso Ici Touraine (ex France Bleu Touraine). Il quinto, che sta meglio, ha potuto lasciare il servizio. “È ancora ricoverata in ospedale, secondo il professor Pierre-François Dequin. Diremo che è uscita dalla fase molto acuta della sua malattia”.
Mesi di combattimenti
Gli altri, “coscienti”, restano attaccati a un respiratore. Gli sviluppi restano comunque incoraggianti, con “progressi nel recupero muscolare”. “La tossina se ne va”, rassicura il professor Dequin. I pazienti infatti riescono “a comunicare almeno attraverso il volto” e il loro “apparato digerente funziona meglio”.
Se “la stragrande maggioranza dei pazienti trattati tempestivamente guarisce senza conseguenze, la convalescenza può durare diversi mesi”, precisa l’Istituto Pasteur sul suo sito web. La prova che la lotta sarà lunga: questi pazienti, dopo la dimissione dalla terapia intensiva, impiegheranno mesi per rieducare i loro muscoli atrofizzati dall’immobilità.
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