Le donne di Kayar stanno rivoluzionando l’agricoltura biologica – VivAfrik

Le donne di Kayar stanno rivoluzionando l’agricoltura biologica – VivAfrik
Le donne di Kayar stanno rivoluzionando l’agricoltura biologica – VivAfrik
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A Kayar, comune nella regione di Thiès, le produttrici di Mbawane e Keur Abdou Ndoye si distinguono per il loro passaggio all’agricoltura biologica, dopo anni di agricoltura convenzionale. Hanno scelto l’agroecologia per superare il degrado del suolo e migliorare i rendimenti agricoli, soddisfacendo al tempo stesso i bisogni delle loro famiglie.

In questi due villaggi le donne hanno progressivamente abbandonato l’uso di prodotti chimici e pesticidi, optando per metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente. Questo approccio non solo ha migliorato la qualità dei raccolti, ma ha anche permesso di soddisfare meglio i bisogni delle famiglie e generare un reddito sostenibile.

Mouna Fall, una contadina di Mbawane, pratica l’agroecologia da più di 30 anni. Spiega che questa attività le permette non solo di guadagnarsi da vivere e di aiutare il marito, proprietario dell’azienda agricola di famiglia, ma anche di contribuire alla salute dei consumatori. La sua azienda agricola, certificata biologica dalla ONG Enda Pronat, si estende su 1,5 ettari, dove crescono piante come limoni, papaia, zucchine e melanzane. In questa zona l’assenza di concimi chimici e pesticidi garantisce prodotti interamente biologici. “Mangiamo biologico e questo preserva sia la nostra salute che l’ambiente”, afferma con orgoglio.

Nel vicino villaggio di Keur Abdou Ndoye, altre donne, soprattutto anziane, vendono i loro raccolti biologici sul mercato locale. Questi produttori espongono le loro verdure come carote, zucca, zucchine, insalate e peperoni, che attirano una clientela attenta alla dieta.

Mayé Kâ, produttrice di Keur Abdou Ndoye, spiega che la sua azienda agricola di famiglia, sebbene gestita con l’aiuto dei figli, le permette di coprire le spese della famiglia. “I miei appezzamenti mi aiutano a soddisfare le mie esigenze e a far fronte alle spese quotidiane”, spiega. Da parte sua, Tiné Ndoye, ex presidente della Rete Nazionale delle Donne Rurali del Senegal (RNFR/S), sottolinea la redditività dell’agricoltura biologica, nonostante le sfide. Racconta dei suoi 22 anni di esperienza nell’agricoltura biologica e dei suoi successi, compreso un fatturato di 3 milioni di franchi CFA in un solo anno.

La Rete Nazionale delle Donne Rurali del Senegal, sostenuta da Enda Pronat, ha svolto un ruolo chiave nella promozione dell’agroecologia in tutto il Paese. Questa rete, che conta oggi più di 36.000 membri, continua a sostenere la trasformazione sostenibile delle comunità rurali coinvolgendo donne, giovani e uomini in pratiche agricole rispettose dell’ambiente.

Tuttavia, nonostante i successi delle produttrici, le sfide rimangono. L’accesso alla terra e alle attrezzature agricole adeguate rimane un ostacolo importante. Mouna Fall, ad esempio, deplora l’assenza di mercati dedicati ai prodotti biologici. “Vendiamo i nostri prodotti sui mercati convenzionali, il che ci obbliga a proporli allo stesso prezzo dei prodotti non biologici”, spiega. Nonostante ciò, persiste nel suo impegno e utilizza il ricavato delle vendite per provvedere ai bisogni della sua famiglia, compreso l’acquisto di materiale scolastico per i suoi figli e nipoti.

Anche le difficoltà legate all’accesso alle attrezzature agricole e all’acqua rimangono un grave problema. “A volte ci mancano le attrezzature per lavorare la terra e l’accesso all’acqua è un vero e proprio limite. Fortunatamente, Enda ci ha fornito delle soluzioni”, specifica Mouna Fall, chiedendo maggiore sostegno da parte dei donatori per migliorare le condizioni di lavoro delle donne contadine.

Moctar FICUU / VivAfrik

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