Durante la sua apparizione al mattino Saluti Senegal da Radio Senegal, il dottor Adama Sadio, analista politico, ha parlato della presenza delle basi militari francesi in Africa. Questa discussione ha avuto luogo nel contesto delle recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron che criticava quella che ha descritto come l’ingratitudine di alcuni leader africani. Secondo lui, questi leader devono la loro permanenza al potere all’intervento militare francese, che ha provocato una forte reazione, in particolare quella del primo ministro senegalese, Ousmane Sonko.
Una presenza militare controversa
Il dottor Sadio ha sottolineato che, in paesi come il Mali, il Niger e il Ciad, la partenza delle truppe francesi è stata spesso difficile e carica di tensione. Queste situazioni dimostrano, secondo lui, una messa in discussione generalizzata dell’utilità e della legittimità delle basi militari francesi nel continente.
“Se guardiamo al percorso politico di coloro che sono oggi al potere in Senegal, essi hanno già denunciato la presenza di queste basi, affermando che non è una garanzia di sovranità”, ha ricordato il dottor Sadio. Tuttavia questo dibattito non è recente.
Un interrogatorio iniziato nel 2010
Nel 2010, l’ex presidente senegalese Abdoulaye Wade espresse il desiderio che l’esercito francese lasciasse il Senegal. Una posizione condivisa da altri leader africani, in particolare Idriss Déby del Ciad, che ha criticato anch’egli questa dipendenza militare.
Il dottor Sadio ha sottolineato un cambiamento di paradigma: “Questo cambiamento deriva da una mancanza di consapevolezza tra i paesi occidentali, che continuano a percepire l’Africa attraverso il prisma degli anni ’60. Questa persistente condiscendenza ignora le profonde trasformazioni che hanno avuto luogo. sul continente. »
La fine della diplomazia della sottomissione
L’analista ha anche ricordato che c’è stato un tempo in cui i leader africani in cerca di legittimità internazionale si recavano in Francia per ricevere una tacita approvazione. Quest’era, segnata da una diplomazia incentrata sui bisogni economici della Francia, sembra essere finita.
Oggi la critica si estende al ruolo della Francofonia, del Franco CFA e della presenza militare francese, considerati strumenti di dominio culturale ed economico.
Una sovranità da ricostruire
Per il dottor Sadio, l’aumento delle proteste popolari e politiche contro la Francia segna un punto di svolta importante. Queste lotte riflettono una crescente aspirazione dei popoli africani ad una vera sovranità, libera da ogni influenza straniera.
Conclude sottolineando che questo dibattito, sebbene difficile, è essenziale per ridefinire le relazioni tra Africa e Francia: “Spetta ora ai leader africani costruire una sovranità che rifletta le aspirazioni dei loro popoli e andare oltre il quadro ereditato della colonizzazione. »