Nuova iniziativa per le multinazionali svizzere responsabili

Nuova iniziativa per le multinazionali svizzere responsabili
Nuova iniziativa per le multinazionali svizzere responsabili
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Eccoci di nuovo a fare un giro. Dieci anni dopo il lancio della prima iniziativa per le multinazionali responsabili, una coalizione multipartitica ha lanciato questo martedì a Berna una seconda iniziativa “per le multinazionali responsabili”. Nella Svizzera romanda troviamo l’ex consigliere di Stato vodese Claude Ruey (PLR), l’ex consigliere di Stato di Neuchâtel Raphaël Comte (PLR) e Dominique de Buman, ex presidente del Consiglio nazionale (Centro), già molto impegnati nella la prima bozza.

In un comunicato stampa pubblicato martedì, il comitato d’iniziativa rileva che la Svizzera è ancora troppo permissiva: “Le multinazionali con sede in Svizzera violano regolarmente i diritti umani e gli standard ambientali fondamentali”. Cita alcuni esempi sfortunati: «Una miniera di Glencore inquina un’intera regione del Perù, raffinerie d’oro come la MKS Pamp importano oro problematico in Svizzera, la multinazionale ginevrina IXM, attiva nel commercio di metalli, lascia circa 300.000 tonnellate di rifiuti altamente tossici in Namibia, dove alcune multinazionali del cioccolato continuano a trarre profitto dal lavoro minorile.

Nel novembre 2020, la prima iniziativa per multinazionali responsabili è stata accettata dal 50,7% degli svizzeri, ma rifiutata dalla maggioranza dei cantoni: 12 5/2 contro 8 1/2. Il comitato di iniziativa è stato poi co-presieduto dall’ex procuratore generale Dick Marty (PLR), ora deceduto.

Il 1° gennaio 2022 è poi entrata in vigore in Svizzera una controproposta indiretta all’iniziativa per le multinazionali responsabili. Questo testo, difeso dal Consiglio federale, obbliga le multinazionali a pubblicare un rapporto annuale sulla loro politica nel campo dei diritti umani. dell’uomo e dell’ambiente, in particolare nel settore di alcuni minerali “conflittuali” e del lavoro minorile. Ma non c’è nulla di particolarmente restrittivo in questo.

Come la prima, la nuova iniziativa “vuole obbligare le multinazionali svizzere a rispettare i diritti umani e gli standard ambientali nelle loro attività commerciali e a ridurre le loro emissioni dannose per il clima. (…) Gli obblighi previsti dall’iniziativa sono strettamente basati sugli standard internazionali in materia e sulle nuove norme adottate nell’UE. Si applicano a multinazionali da 1000 dipendenti e 450 milioni di franchi di fatturato.

Affinché le multinazionali rispettino queste regole, l’iniziativa prevede che “le persone colpite da violazioni dei diritti umani possano chiedere risarcimento a un tribunale svizzero”.

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