Morbihan. Dieci anni dopo, sei ancora “Charlie”?

Morbihan. Dieci anni dopo, sei ancora “Charlie”?
Morbihan. Dieci anni dopo, sei ancora “Charlie”?
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Pubblicato: 6 gennaio 2025 alle 21:10 – Modificato: 6 gennaio 2025 alle 21:12 da Dolorès CHARLES

Charlie Hebdo

Credito: Yann Launay

È successo 10 anni fa, il 7 gennaio 2015: i fratelli Kouachi entrarono nei locali di Charlie Hebdo e uccisero 12 persone, tra cui 8 membri della redazione del giornale satirico.

Questo orribile attacco, avvenuto in una redazione della stampa parigina, ha portato a massicce manifestazioni in tutta la Francia per difendere il diritto alla caricatura e lo slogan “Sono Charlie” si stava moltiplicando sui social così come sui muri.

Dieci anni dopo, sei ancora Charlie?

Sei ancora Charlie? Ecco alcune risposte raccolte nel Morbihan: “Siamo sempre Charlie perché il disegno non dovrebbe portare a questo genere di cose… Non ho mai comprato Charlie Hebdo, ma difendo il concetto e il desiderio di difendere la libertà di espressione, di dire a chi pensa che spaventando gli altri raggiungeremo questi obiettivi obiettivi, digli di no!

Dobbiamo comunque evitare di fomentare l’odio: le loro vite non sarebbero in pericolo per questo, ma a volte dovrebbero evitare di esagerare… Ricordo che ero al college e ne parlavamo con gli insegnanti. Ha avuto un grande impatto su di me in quel momento! Oggi sono ancora Charlie e il diritto all’espressione, alla libertà di espressione, è un diritto fondamentale”.

Reazioni nel Morbihan
Reazioni nel Morbihan

Credito: Yann Launay

“Io sono Charlie”: lo slogan è stato ripetuto ovunque, all’indomani dell’attentato che ha decimato la redazione di Charlie Hebdo. Un vasto slancio nazionale ha poi riaffermato l’importanza della libertà di espressione e l’importanza del diritto alla satira.

E la libertà di parola?

Dieci anni dopo, crede che la libertà di espressione, soprattutto in materia religiosa, abbia fatto progressi o, al contrario, sia regredita? “Penso che se non ci fosse stato Charlie Hebdo, forse inconsciamente avremmo perso questa libertà di espressione e che grazie a Charlie Hebdo stiamo ancora cercando di difendere questa libertà di espressione che è tutt’altro che scontata. Gli attacchi che stiamo vivendo ancora oggi minacciano permanentemente la nostra libertà di espressione.

Tutti dimenticano molto velocemente e penso che non impariamo quasi nulla dagli errori. È solo caricatura, e se non caricassimo più nulla, sarà la vittoria totale del linguaggio legnoso che dobbiamo evitare…

Non possiamo più ridere di tutto, i comici sono limitati e ci rendiamo conto che i social network fanno andare tutto a gonfie vele! Non possiamo più ridere di tutto, purtroppo, ed è un peccato!”

Reazioni sulla libertà di espressione
Reazioni sulla libertà di espressione

Credito: Yann Launay

Secondo un sondaggio Ifop apparire nel numero speciale di Charlie HebdoIl 76% dei francesi difende la libertà di fare caricature e il 62% degli intervistati si dichiara favorevole al diritto di criticare in modo oltraggioso una convinzione, un simbolo o un dogma religioso.

Ma quando chiediamo agli intervistati se oggi parteciperebbero alle marce repubblicane con lo slogan “Je suis Charlie”, solo il 44% ha risposto sì, rispetto al 53% nel 2020.

È in edicola il numero speciale di Charlie Hebdo, con una tiratura di 300.000 copie. In particolare, all’interno disegni arrivati ​​da tutto il mondo per il concorso per la caricatura su Dio più divertente e cattiva.

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