È la domanda che si pone la Federazione francese del prêt-à-porter femminile (FFPAPF), alla vigilia dell’apertura dei saldi invernali, che inizieranno mercoledì 8 gennaio 2025.
Sebbene abbia subito numerose modifiche* per adattarsi all’evoluzione del commercio, la legge del 30 dicembre 1906 continua a regolamentare le vendite. Tuttavia, come sottolinea la FFPAPF, il mondo è cambiato.
Il Black Friday, avviato da Amazon e introdotto in Francia nel 2010, ha messo i marchi francesi di fronte a periodi di massicce promozioni, anche prima di Natale. I player del fast fashion, come Shein, armati di intelligenza artificiale, offrono promozioni incessanti a prezzi ultra competitivi, rendendo meno impattante il modello di vendita tradizionale.
Infine, con le temperature e le stagioni che non seguono più i cicli tradizionali, il FFPAPF mette in dubbio l’importanza di mantenere i saldi all’inizio dell’inverno, quando i consumatori spesso non hanno ancora esigenze legate alla stagionalità.
Per riportare la moda a un modello più sostenibile e virtuoso, la Federazione sostiene un ritorno alle origini: limitare le promozioni ai periodi di saldi, smettere di svalutare i prodotti con sconti permanenti; ripristinare una logica ragionata, secondo la quale i saldi servono realmente a vendere le scorte stagionali; lottare contro l’illusione delle “false promozioni” quotidiane, che spingono i consumatori ad acquisti non necessari e alimentano dannosi consumi eccessivi.
Un calendario delle vendite ritenuto obsoleto, a meno che non sia il concetto stesso ad essere obsoleto
Di fronte a queste sfide, il presidente della FFPAPF, Yann Rivoallan, invita ad un dibattito nazionale con i marchi francesi per rispondere a una domanda centrale: “Qual è il momento giusto per i saldi oggi? “.
Un tema dibattuto più volte e di cui l’ex ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, non ha voluto più sentire parlare mentre si confronta con le posizioni commerciali dei grandi magazzini e dei rivenditori indipendenti. La domanda, in definitiva, non sarebbe piuttosto: ha ancora senso l’organizzazione delle vendite francesi, in un’epoca di globalizzazione degli acquisti attraverso l’economia digitale e tutte le promozioni?
E se il tema principale dei francesi è il prezzo (vedi gli studi dell’IFM), non è forse il caso di ripensare la questione del costo dei prodotti, sia da un punto di vista ambientale che specista o del potere d’acquisto? Il dibattito è aperto.
*Il testo della legge del 30 dicembre 1906 prevede che le vendite di beni nuovi sotto forma di vendite, liquidazioni o vendite disimballate necessitano di un’autorizzazione speciale da parte del sindaco. Da allora ha subito diverse importanti modifiche per adattarsi ai cambiamenti del commercio. La legge si è evoluta per stabilire periodi di vendita nazionali, ora limitati a due volte l’anno, con una durata massima di sei settimane ciascuno. Inoltre, abusi come l’uso fraudolento del termine “vendite” o le vendite disimballate hanno portato ad un rafforzamento dei controlli e delle sanzioni per garantire la trasparenza e tutelare i consumatori.