IBRAHIMA NOUR EDDINE DIAGNE ELENCA LE PRINCIPALI SFIDE

IBRAHIMA NOUR EDDINE DIAGNE ELENCA LE PRINCIPALI SFIDE
IBRAHIMA NOUR EDDINE DIAGNE ELENCA LE PRINCIPALI SFIDE
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Secondo Ibrahima Nour Eddine Diagne, l’attuazione della politica di “trasformazione sistematica” del Senegal promessa dal nuovo regime non sarà priva di difficoltà. Ospite della trasmissione Obiezione su radio Sud FM (privata) ieri, domenica 5 gennaio, l’Amministratore generale del GAINDE 2000 ha segnalato che questa nuova visione dello sviluppo rischia di affrontare diverse sfide che attendono le nuove autorità e tra cui le due principali sono il tempo e il consenso .

L’attuazione della politica di “trasformazione sistematica” del Senegal promessa dal nuovo regime non sarà priva di difficoltà. L’allarme proviene dall’amministratore generale del GAINDE 2000, Ibrahima Nour Eddine Diagne. Ospite della trasmissione Obiezione su radio Sud FM (privata) ieri, domenica 5 gennaio, Ibrahima Nour Eddine Diagne avverte che questa nuova visione dello sviluppo rischia di affrontare diverse sfide, le due principali delle quali sono il tempo e il consenso. Infatti, secondo l’ospite del nostro collega Baye Oumar Gueye, la trasformazione del Senegal è un esercizio molto difficile che richiede di avere “il sistema e la macchina”. A questo proposito, Ibrahima Nour Eddine Diagne auspica un “forte consenso attorno al nostro modello democratico”, come avviene in alcune grandi democrazie come gli Stati Uniti, per evitare di avviare il processo di sviluppo da zero il giorno successivo a ogni incontro politico. modifica.

“Il tempo politico non corrisponde al tempo di trasformazione di una nazione o al tempo di ricostruzione di una nazione. Dobbiamo cercare di avere un consenso molto forte per rivedere il nostro modello democratico perché, se ogni cinque anni dovessimo riconfigurare la nostra macchina di sviluppo, non ci riusciremo mai”, ha osservato prima di insistere. “Tutti vogliamo sviluppare questo Paese e sappiamo tutti che non possiamo svilupparlo in cinque anni. Inoltre, il piano attuale è sulla visione cinquanta. Ma abbiamo anche bisogno, al di là di questa visione di cinquant’anni, perché non di una visione di cento o duecento anni perché è su questo che costruiamo quando abbiamo sviluppato strategie”. Quindi per lui “la vera sfida, oggi, è in questa ricerca di consenso”, perché dice, “andare verso un patto, affinché non ci siano divergenze su cosa vogliamo costruire, dove vogliamo andare e come dovremmo arrivarci.

Inoltre, interrogato sul discorso di fine anno alla nazione del presidente Diomaye Faye, l’amministratore generale di GAINDE 2000, azienda specializzata in soluzioni di dematerializzazione, ha giudicato questo primo discorso di fine anno del capo dei “responsabili” stato. Secondo lui, infatti, “un attore politico deve avere un discorso atto a rassicurare ma anche a scaricare una parte di responsabilità, di ideale, su tutte le componenti della nazione. Non dobbiamo pensare che solo le élite politiche debbano avere le qualità richieste, anche le popolazioni sono preoccupate perché la lotta è globale”.

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