Le autorità fiscali marocchine l’hanno definita modestamente una “regolarizzazione volontaria”. Il condono fiscale 2024, misura di punta del governo liberale di Aziz Akhannouch, ha portato alla dichiarazione di un patrimonio di oltre 100 miliardi di dirham (9,6 miliardi di euro), secondo un rapporto non ufficiale redatto dalla stampa marocchina alla Direzione generale delle imposte. Mercoledì 1 gennaio. L’importo supera ogni previsione e costituisce un record, essendo venti volte superiore a quello ottenuto durante la precedente sanatoria del 2020. In confronto, quella proposta in Francia tra il 2014 e il 2017 ha consentito di regolarizzare 32 miliardi di euro in quattro anni.
Per quanto importante sia, il risultato dell’operazione, che si applica ai privati che non hanno dichiarato i propri profitti e redditi imponibili in Marocco prima del 1° gennaio 2024, dovrebbe portare allo Stato solo 5 miliardi di dirham. Va detto che l’offerta dell’amministrazione è stata generosa. In cambio della regolarizzazione della loro situazione, gli “amnistiati” dovevano pagare solo il 5% di imposta sulle somme dichiarate, rispetto al 37% se avessero regolarizzato nel 2025. Un’aliquota così preferenziale ha provocato un’ondata di truffatori negli ultimi giorni del 2024 Tanto che le autorità fiscali marocchine hanno accettato di aprire loro gli sportelli in via eccezionale, sabato 28 e domenica 29 dicembre.
Inserita nella legge finanziaria 2024, la sanatoria è stata oggetto, durante tutto l’ultimo anno, del volontarismo delle banche, che ne hanno ampiamente comunicato i vantaggi ai propri clienti. Uno dei principali istituti bancari del Marocco, la Banque Populaire, ha insistito in particolare sulla “discrezione” dell’operazione. La misura mira non solo a sostenere “la lotta contro la frode fiscale”, ha giustificato il governo, ma anche a “regolarizzare una buona parte dell’economia sommersa”, ha indicato il quotidiano economico Les Inspirationséco, venerdì 3 gennaio. I 100 miliardi di dirham dichiarati rappresentano , infatti, un quarto del contante in circolazione in Marocco, stimato in circa 430 miliardi di dirham dalla banca centrale del paese.
Inflazione e controlli fiscali
I primi dettagli del condono fiscale sono apparsi subito sui giornali. I soli depositi bancari rappresenterebbero 60 miliardi di dirham, il resto proverrebbe da acquisizioni immobiliari o versamenti sui conti correnti dei soci. Uno dei principali titoli economici, Médias24, cita la cifra di circa 10.000 dichiarazioni “spontanee” che sarebbero all’origine del 40% della somma regolarizzata, ovvero una media di 4 milioni di dirham (385.000 euro) per dichiarante. Uno di loro avrebbe regolarizzato 280 milioni di dirham, la cifra massima finora registrata per una singola dichiarazione, secondo un altro titolo.
Secondo gli esperti finanziari intervistati da Le Monde, l’importo record registrato da questa sanatoria testimonia un accumulo di liquidità iniziato nel 2020, in coincidenza, in particolare, con il versamento di aiuti, per la maggior parte in contanti, di cui hanno beneficiato più di 4 milioni di famiglie durante la pandemia di coronavirus. A ciò si aggiunge l’attuazione, dal 2021, del contributo unico professionale, un nuovo sistema fiscale che ha spinto molti commercianti, che non sono soggetti a ritenuta d’acconto e che sono grandi utilizzatori di “contante”, a ottimizzare la domiciliazione bancaria dei propri patrimonio, “per paura di subire un aggiustamento per un certo numero di tasse”, osserva l’economista Lhoucine Bilad. Altri fattori, tra cui l’inflazione e l’aumento dei controlli fiscali, annunciati con grande pubblicità dall’amministrazione, spiegherebbero anche l’aumento dello stock di contante in circolazione, che rappresentava il 21% del prodotto interno lordo. nel 2021, rispetto al 28% nel 2024.
Questi risultati non hanno mancato di essere interpretati alla luce delle conclusioni elaborate nel 2021 dalla commissione sul modello di sviluppo, istituita dal re Mohammed VI. Nel rapporto presentato al sovrano, ha constatato “la lentezza della trasformazione strutturale dell’economia”, ostacolata dalla “logica della ricerca di rendita a scapito dell’interesse generale”. In reazione all’amnistia, molti internauti hanno parlato di “capitalismo marocchino” accusato, secondo loro, di accaparrarsi invece di investire.
Rivelando la portata della frode fiscale, l’operazione di regolarizzazione getta luce soprattutto su un fenomeno puntualmente denunciato dai cittadini del Regno. L’economista Mehdi Lahlou vede in questo non solo l’annoso timore di una parte della popolazione nei confronti dell’amministrazione, ma anche la conferma che la contropartita del pagamento delle tasse, cioè “gli investimenti pubblici nella scuola e nella sanità”, non è fornita dal governo. Stato. La percentuale di istruzione privata in Marocco raggiunge oggi il 15%, quando quasi un terzo dei letti ospedalieri del paese sono gestiti da cliniche a scopo di lucro.
Fonte: Le Monde
Articolo 19.ma