LE SPESE DELLA LEGGENDA. L'agenzia di rating americana ha sorpreso tutti abbassando il rating sovrano della Francia fuori dal calendario ufficiale. Tutti… tranne Bercy.
Bercy non è rimasto particolarmente sorpreso dal peggioramento di Moody's durante la notte tra venerdì e sabato. Innanzitutto perché è stato il miglior offerente tra le agenzie (un punto in più). Dopo questo degrado, i tre sono ora allineati.
Poi perché il 5 dicembre l'agenzia ha avvertito che la censura del governo Barnier aveva “ridotto la probabilità di un consolidamento delle finanze pubbliche” in Francia e “aggravato l'impasse politica del paese”.
Gli svantaggi di Legendre: un governo più rigido nel 2025? – 16/12
Sono poi seguiti i colloqui con il direttore dell'Agence France Trésor incaricato della gestione del debito, con il direttore del Tesoro o anche con il ministro delle Finanze in persona, cosa che non sempre avviene.
Il comitato per il credito di Moody's si è riunito una settimana dopo la censura. E se il comunicato dell'agenzia è stato diramato sabato alle 12.30, fuori dal calendario ufficiale, il ministero dell'Economia e delle Finanze è stato avvisato con 24 ore di anticipo, come è consuetudine. Vale a dire, in questo caso, poco prima della nomina di François Bayrou.
Un governo più rigido per… il 2025?
Elisabeth Borne, François Rebsamen, Xavier Bertrand, Gérald Darmanin, Bruno Retailleau… I nomi che circolano per il prossimo governo suggeriscono che si tratta di un collettivo di pesi massimi della politica quello che François Bayrou desidera creare. Lo confermano diversi consiglieri del governo uscente.
Per il momento l'idea sarebbe quella di costituire da quattro a cinque grandi centri ministeriali con un massimo di venti ministri… almeno inizialmente. E quindi con ministri e personalità molto politici come Thierry Breton, citato per Bercy.
Ma secondo diverse fonti l'ufficializzazione dell'esecutivo potrebbe richiedere un po' di tempo, e arrivare solo dopo le vacanze.
La raccomandazione di Pierre Moscovici a François Bayrou
Il primo presidente della Corte dei Conti, Pierre Moscovici, è stato tra i primissimi a essere ricevuto dal nuovo Primo Ministro, che lo ha interrogato a lungo sulla situazione e sulle prospettive delle nostre finanze pubbliche.
Il magistrato ha raccomandato una “modifica chiara e credibile” dei deficit per “portare nettamente il deficit al di sotto del 5,5%”. Le promette che la aiuterà ad arrivarci.