A seguito di questo attacco, l'uomo ha riportato diverse fratture ed è stato necessario sottoporlo ad ossigeno.
Un pestaggio per una piscina che perde. Così si può riassumere il caso presentatosi questo venerdì 13 dicembre davanti al tribunale penale di Nîmes. L'aggressione risale al 26 giugno 2022, in una zona trafficata di Marguerittes, destinata ai viaggiatori da cui provengono Claude e Angelo, entrambi imputati e vittime in questo caso. Quel giorno, molto presto al mattino, Claude notò che la sua piscina era stata perforata, apparentemente, dalla lama di un coltello. Immediatamente sospetta il suo vicino, Angelo. Il tono si alza tra i due uomini e Angelo prende a pugni il vicino. “Ha insultato i miei figli Dopo un po’ ho perso la pazienza e gli ho dato un bello schiaffo, ma non un pugno”.giustifica l'uomo di 42 anni, difeso da Me Charlotte Usannaz-Joris, del bar di Montpellier. UN “schiaffo” che, però, ha fatto perdere conoscenza al suo vicino di casa, 60 anni. “E con i suoi amici mi hanno bloccato l'uscita dalla zona di passaggio con un furgone. Hanno anche piazzato un fucile sul cruscotto”spiega quest'ultimo.
Venti uomini armati di pistole, fucili e lacrimogeni
La storia sarebbe potuta finire lì. Al contrario, la violenza ha raggiunto il suo apice poche ore dopo, intorno alle 14, quando un corteo di auto è arrivato nella zona del valico di frontiera. “Una spedizione punitiva”sottolinea il pubblico ministero Arnaud Massip. “Stavo portando fuori la spazzatura e lì ho visto arrivare almeno otto macchine con una ventina di uomini”lo descrive, questa volta, Angelo. Alcuni sono addirittura armati di fucili, lacrimogeni e pistole. “È semplice, mi hanno linciato. Mi hanno picchiato. Ho detto: 'Fermati, mi ammazzate'. E poi arriva un ragazzo e mi colpisce in faccia con un martello”continua.
Un attentato che finirà grazie all'intervento del cognato. Le auto poi fuggono, scortando contemporaneamente Claude con la sua carovana. “Non ricordo se era lì all'inizio. Ma d'altra parte ricordo molto bene che alla fine diversi ragazzi mi presero in braccio e dissero a Claude: “Finiscilo”. Si è messo l'anello e mi ha finito.” assicura il quarantenne. Un ruolo che il suo vicino nega di aver avuto, spiegando di non aver assistito a questa rissa.
“Faremo pagare l’unico che abbiamo a disposizione, cioè il mio cliente”
Se lo svolgimento di questo attacco resta poco chiaro, per il pubblico ministero non ci sono dubbi: “Si tratta di una banale questione di rivalità di quartiere che è gravemente degenerata. E se sono disposto ad ammettere che non è piacevole prendersi uno schiaffo o un pugno, soprattutto a 60 anni, la risposta è assolutamente addirittura violentissima”. Ricorda in particolare che l'unità medico-giudiziaria ha rilasciato ad Angelo un certificato attestante 30 giorni di ITT. Richiede due anni di carcere, di cui un anno con sospensione della pena per Claude e una multa di 1.000 euro per Angelo.
Una sproporzione di frasi sottolineata dall'avvocato di Claude, Me Carmelo Vialette: “I fatti sono estremamente violenti, sono d'accordo. Ma in questo caso, prima che esplodesse la dinamite, è stata accesa una miccia. E questa miccia è stata accesa da Angelo colpendolo in partenza. Chiedo quindi che ci sia una condivisione delle responsabilità, soprattutto perché durante le indagini non cercheremo di rintracciare i conducenti delle auto, quindi incrimineremo l'unico che abbiamo a disposizione “vale a dire il mio cliente”.. Il tribunale condanna Claude a 18 mesi di carcere, di cui 9 con sospensione condizionale, e Angelo a 750 euro di multa.