24 ore: lettera del 3 dicembre 2024

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Lo dici tu il 3 dicembre

Sanità, posti, disabilità, UNIL, AVS e dirigenti

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24 ore/lettori

Pubblicato oggi alle 7:13

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Salute

Il Tribunale federale consente agli assicuratori di non rimborsare più la tassa d’emergenza. Quel che è peggio, gli assicuratori vanno oltre la sentenza della TF e quindi richiedono arbitrariamente la retrocessione delle somme che ritengono indebite, per un periodo di cinque anni, il che potrebbe portare al fallimento delle strutture di assistenza permanenti.

Su quali basi, a posteriori, l’assicuratore può affermare che la consultazione non era urgente, senza una richiesta sistematica di diagnosi, tramite i propri consulenti medici? Non possiamo incolpare il paziente. I medici di base sono attualmente sovraccarichi. Peggio ancora, alcuni, anche quando chiamati nei loro studi, mandano i propri pazienti ai centri ambulatoriali di emergenza!

Naturalmente, dobbiamo distinguere l’urgenza reale dall’urgenza sentita. Un normale stato febbrile può essere il primo sintomo di una meningite meningococcica grave e fatale; dolore addominale, espressione di un aneurisma aortico dissecante; dolore al petto, infarto o spasmo esofageo? ecc. Niente è banale. Non spetta al paziente decidere da solo. È solo dopo una valutazione clinica e paraclinica, da parte di un professionista esperto, che il carattere di “urgenza” cessa di essere tale.

Ora, in queste condizioni, quale struttura medica ambulatoriale accetterà ancora di essere in servizio 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana? I pazienti si rivolgeranno quindi ai servizi ospedalieri di emergenza, già sovraccarichi; allo stesso modo, verrà loro ordinato di non fatturare più la tassa di emergenza.

Ci saranno morti e processi. Gli assicuratori dovranno rispondere delle loro decisioni mortali e stare sul banco degli imputati.

DR Jean-Pierre Randin, Losanna

Losanna

Personalmente questi famosi dissuasori di Losanna non mi disturbano. Li trovo molto meno brutti e inquinanti di tutti questi enormi Suv che oltretutto occupano uno spazio notevole a discapito di auto di dimensioni più piccole e ragionevoli.

Sono d’accordo con il Comune di Losanna sulla necessità di riequilibrare lo spazio pubblico e tranquillizzare i quartieri. Grazie al consigliere comunale Florence Germond, senza offesa per alcuni.

A Losanna abbiamo la fortuna di avere un ottimo servizio di trasporto pubblico. Lasciamo l’auto a chi ne ha davvero bisogno.

Nathalie Gauthier, Losanna

Handicap

Celebrata dal 1992 su iniziativa dell’ONU, il 3 dicembre è dichiarata “Giornata internazionale delle persone con disabilità”. E in Svizzera, a che punto siamo dal punto di vista delle persone colpite? Dire che il nostro Paese è indietro sotto molti aspetti sarebbe un pleonasmo! Esempio: inaccessibilità sui trasporti pubblici. Poiché la sessione invernale delle Camere federali inizia con l’implicita continuazione della revisione della legge sull’uguaglianza delle persone con disabilità (LHand), che attualmente riguarda più l’esclusione che l’inclusione, e tre mesi quasi esattamente il giorno dopo la presentazione della nostra iniziativa intitolato “Inclusione della disabilità”, è giunto il momento che le nostre autorità mettano in pratica l’ultima frase del preambolo della nostra Costituzione federale.

Nouh Latoui, membro dell’Associazione del Comitato Centrale Cerebral Suisse, Losanna

Successione

L’articolo di Félicien Monnier (“24 Heures” del 19 novembre) è emblematico di un movimento di ritorno ai valori ultraconservatori in materia accademica, e anche nell’istruzione in generale, che sta guadagnando slancio, stimolato dalle elezioni che conoscete. È “la ripresa” verso la quale corre la destra vodese.

È apertamente felice di vedere il rettore, Herman, gettare la spugna: è stata uccisa. L’UNIL ha vissuto un anno difficile, e il suo management, che ha cercato di promuovere il dialogo e l’apertura alla sperimentazione piuttosto che alla repressione, non è stato certamente coronato dal successo, di fronte a protagonisti particolarmente aggressivi e intolleranti.

L’università è sempre stata, grazie a Dio, il luogo della sperimentazione, intellettuale e sociale, della ricerca fuori dagli schemi, subito qualificata come abuso dalla censura. Ma gli insegnanti non sono maestri nell’apprendimento. Hanno talento, idee e opinioni, che chiamiamo attivismo quando “disturbano” (Mr. Monnier dixit), in altre parole quando sfidano i tabù imposti dai conservatori, come con l’esempio in termini di cambiamento climatico. Ah! Quanto ci manca il professor Dominique Bourg!

Tuttavia, è solo nelle dittature e nelle società senza libertà che le università si limitano a essere luoghi di rigorosa formazione professionale. Purtroppo, questo è chiaramente ciò che pensano il signor Monnier e questi deputati che, a quanto pare, sono preoccupati e minacciano di tagliare i fondi all’UNIL.

In ogni caso, le trappole, il filo spinato e il Toblerone piazzati dagli iperconservatori sulla piazza dell’Università non rischiano di suscitare vocazioni tra i potenziali successori del rettore, che per fare bene dovrebbe avere il PLR o l’UDC!

Philippe Barraud, Cully

Consiglio Federale

I giornali ci informano che il contratto di lavoro della collaboratrice personale della consigliera federale Viola Amherd, nonostante i suoi 70 anni, è stato prorogato. Il suo stipendio è di 1140 franchi al giorno. È superiore a quello del Presidente degli Stati Uniti. Ma c’è di meglio. Un ex ufficiale militare percepisce per quindici mesi un compenso giornaliero di 1800 franchi, ossia il 58% in più rispetto a un funzionario di grado superiore. Risulta che si tratta di compensi comuni riconosciuti ai collaboratori esterni. Ancora complimenti e complimenti ai fortunati beneficiari!

D’altra parte, i nostri sette Saggi, con la lodevole preoccupazione di presentare un bilancio 2025 che non sia troppo deficitario, hanno deciso, il 14 agosto, di ridurre il contributo della Confederazione alle spese AVS dal 20,2 al 19,5%. E, per non fermarsi a metà strada, raccomandano di eliminare le pensioni AVS anche per le vedove i cui figli sono diventati adulti. In bocca al lupo alle madri vedove che, dopo aver dedicato le proprie energie alla casa, magari con lavori part-time, senza possibilità di avanzamento professionale, devono trovare un lavoro per i pochi anni che mancano alla pensione.

Werner Blum, Federazione dei pensionati vodesi, Échallens

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