“Horizon: An American Saga Capitolo 1”, “Perché stai sorridendo?”, “Nel frattempo sulla Terra” nelle sale il 3 luglio 2024

“Horizon: An American Saga Capitolo 1”, “Perché stai sorridendo?”, “Nel frattempo sulla Terra” nelle sale il 3 luglio 2024
“Horizon: An American Saga Capitolo 1”, “Perché stai sorridendo?”, “Nel frattempo sulla Terra” nelle sale il 3 luglio 2024
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Un western che sembra un affresco epico, due braccia rotte nei guai a Bordeaux e gli alieni invadono i cinema questa settimana. Tra le altre cose…

Horizon: Una Saga Americana Capitolo 1 di e con Kevin Costner

1859. I primi pionieri ad acquisire concessioni a Horizon, nella (futura) Valle di San Pedro, furono uccisi dagli Apache che non apprezzavano la profanazione delle loro terre sacre. Qualche anno dopo, quando emerse una piccola comunità, una nuova incursione la rase al suolo. I rari sopravvissuti vengono raccolti dalle Giubbe Blu mentre i cacciatori di taglie vanno alla ricerca di trofei. Allo stesso tempo, una giovane donna fugge dal Dakota per sfuggire all’influenza di una famiglia criminale… e un nuovo convoglio di carri si dirige verso Horizon…

Nella stessa immagine, l’autore-regista-sceneggiatore-produttore-performer e dietro di lui, il titolo del film ©Metropolitan Filmexport

Dobbiamo subito ricordare che Kevin Costner ha portato nuovo vigore – come Leone, Peckinpah, Nelson, Penn e Siegel prima di lui – al western all’alba degli anni Novanta: Ballando con i lupi aveva ampiamente contribuito a salvare il genere dal suo declino. Un genere logoro, superato e poi logicamente evitato da un pubblico stanco tanto del suo manicheismo sommario quanto della “narrativa federale” che ha contribuito a spacciare, a scapito ovviamente delle Prime Nazioni. Un ringraziamento va quindi a Costner che, attraverso un affresco lirico e umanista, ha saputo rinnovare lo sguardo degli spettatori.

Questa incursione nel western non è stata una moda passeggera per Costner che successivamente si è ripresentato come autore e/o interprete Campo aperto (2003), la serie Pietra gialla (2018—) o ciò che è ingiustamente trascurato Uno di noi di Thomas Bezucha (2020). Niente di banale messo fine alla fine. Ma… osiamo dire che tutto questo era solo un preambolo ad a ottimo lavoro, questa somma occidentale di cui questo primo capitolo Orizzonte sembra annunciare?

Western definitivo, definizione

In sostanza, il western mira a raccontare la storia dell’appetito per i grandi spazi aperti e del desiderio dei pionieri di sottoporli al loro controllo; c’è una logica che abbia presto realizzato affreschi a (dis)misura delle ambientazioni e delle storie fondative che ripercorre: globalizzate ma ideologicamente molto ellittiche (La conquista dell’Occidente1962), operistico e allegorico attraverso l’arrivo della ferrovia transcontinentale (C’era una volta nel West1969), aprendosi alla voce delle Prime Nazioni (Piccolo Grande Uomo1970)… Equivalente cinematografico della chanson de geste per l’America emergente, il western sublima personaggi eroici tanto quanto panorami straordinari.

Orizzonte si inserisce in questa tradizione intrecciando nel suo ampio quadro destini individuali che coprono diversi strati della popolazione, diverse civiltà. Più che un dipinto, il film costituisce un mosaico dinamico – una trapunta, si dovrebbe addirittura scrivere, per restare nell’atmosfera – di tutti gli elementi costitutivi di questo paesaggio in evoluzione del XIX secolo.e secolo senza fare un catalogo. I luoghi iconici appaiono con naturalezza ma liberi dal folklore; anche gli archetipi (cowboy, prostituta, cavalleria, ecc.) ma liberati dai cliché; lo stesso vale per le situazioni canoniche (duello, raid, ecc.) che qui acquistano autenticità.

Questo non è né un duello né una cavalleria ©Metropolitan Filmexport

Che fa risparmiare tempo

Riuscire ad abbracciare così tanti personaggi è possibile solo se ti concedi la durata. Il primo capitolo di questa saga prende quindi tempo per respirare, dando ai fili drammatici tempo e spazio per dipanarsi verso il proprio orizzonte. A questo proposito, possiamo immaginare che una storia del genere si svolga sulla stretta diagonale di un tablet o di uno smartphone? Il grottesco ha i suoi limiti che il formato panoramico e la splendida foto del fotografo J. Michael Muro non dovrebbero conoscere. Il lavoro sulla luminosità dell’immagine varrebbe di per sé l’esperienza della stanza: la calibrazione si riconnette con la brillantezza magnetica dei paesaggi classici, con le montagne viola che si stagliano contro abbaglianti cieli azzurri. Le tre ore di questo spettacolo ricordano l’indiscutibile primato del teatro sugli altri schermi.

Questa scelta estetica ha anche un prezzo. Se raggiungere l’orizzonte è assolutamente un’utopia e stabilirsi a Horizon è una missione pericolosa, Costner ha investito i suoi soldi nella costruzione di questo Orizzonteaiutato dal distributore francese Metropolitan Filmexport, che aveva sostenuto allo stesso modo Viggo Mortenensen Fino alla fine del mondo. L’attuale riluttanza degli studi americani, alla fine dell’ispirazione e alla fine del ciclo(i), li porta a ignorare qualsiasi assunzione di rischio su argomenti che sono tuttavia patrimonio… e a perdere oggi ciò che costituirà il loro classico catalogo di Domani .

Italiano:

Horizon: Una Saga Americana Capitolo 1 di e con Kevin Costner (USA, 3:01) anche con Sienna Miller, Sam Worthington, Luke Wilson… Nelle sale il 3 luglio 2024.

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Perchè stai sorridendo ? di Christine Paillard e Chad Chenouga

Per strada e senza lavoro, Wisi si finge africano senza documenti per farsi ospitare da Marina, una volontaria umanitaria un po’ credulona. L’asso! il suo piano viene smascherato da Jérôme, appena espulso dopo la morte della madre, che lo costringe a fargli posto a casa di Marina. Il simpatico duo cercherà quindi di tirarsi fuori dai guai accumulando piani, uno più marcio dell’altro…

La telecamera è davanti ©TS Productions

Del tutto inaspettata da parte di Chad Chenouga, più avvezzo ai drammi sociali ispirati alla sua carriera o ai fatti di cronaca, questa commedia rivela un gusto per un po’ di umorismo tanto più caustico quanto le situazioni sono totalmente in contatto con la realtà. Gusto condiviso qui con Christine Paillard dalla sceneggiatura alla produzione, attraverso situazioni che portano Wisi e Jérôme a sperimentare imbrogli che generano meno profitto che confusione e ridicolo.

Seuls due

Trent’anni dopo I tirocinanti (1995) di Pierre Salvadori con due persone al verde alle prese con difficoltà più o meno comparabili, Perchè stai sorridendo ? descrive parallelamente la sistematizzazione dello sfruttamento intermedio nella nostra società, dove la minima attività umana può essere uberizzata; dove la solidarietà “loachiana” richiede tempo per riemergere poiché è stata detronizzata da ognuno per se stesso. Come nelle crudeli commedie italiane, gli autori non nascondono i difetti dei loro personaggi e anzi li usano per ravvivare le situazioni. Sì, ci sono anche piccoli chef imbevibili nel mondo associativo; Jérôme ha un vero passato razzista e Wisi sembra un po’ omofobo. A cosa serve l’angelismo se maschera l’autenticità?

Anche se segue un duo dalle braccia rotte che si trasforma in un trio, poi in un quartetto (integrando una vecchia signora politicamente scorretta ma pronta alla trasgressione), Perchè stai sorridendo ? è anche una fotografia delle solitudini contemporanee, dove la lebbra non risparmia nessuno. Ma tutto è legato: l’isolamento, volontario o sofferto, impedisce di creare un legame. Quindi “fare società”, come si suol dire, e incoraggiarne la frammentazione. Provocando accostamenti barocchi, il film ricrea una forma di connessione ma offre talvolta gustosi sfondi che rivelano gli effetti “dinamici” di questi incontri imprevisti. Inoltre, quello di Jean-Pascal Zadi e Raphaël Quenard (che trovate qui di seguito Taglio! di Hazanavicius) contribuiscono non poco ai sorrisi suscitati dal film. Questo spiega in parte il titolo.

Italiano:

Perchè stai sorridendo ? di Christine Paillard & Chad Chenouga (Fr., 1h35) con Jean-Pascal Zadi, Raphaël Quenard, Emmanuelle Devos, Judith Madre, Camille Rutherford… Nelle sale dal 3 luglio 2024.

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Nel frattempo sulla Terra di Jérémy Clapin

Astronauta, Franck è scomparso nel corpo e nei suoi averi nel bel mezzo di una missione interstellare. Tre anni dopo, sua sorella Elsa viene improvvisamente parassitata da una misteriosa forma di vita che le propone uno strano patto: restituirle Franck a condizione che gli fornisca altri “ospiti” umani per accogliere la sua gente…

Il car pooling ha i suoi limiti © 2023 – ONE WORLD FILMS – CARCADICE – FRANCE 3 CINEMA – AUVERGNE-RHÔNE-ALPES CINEMA

Dopo Ho perso il mio corpo(2019) il regista Jérémy Clapin non ha finito con le missioni organiche o cosmo fantastico. E se qui si sposta alla ricerca sugli individui “nella loro integrità”, opera tuttavia un grande cambiamento formale abbandonando il cinema (quasi) animato per il live action. Questa “trasmutazione” riecheggia anche il tema del film: questa idea di esplorare e investire in nuovi territori artistici si unisce al bisogno vitale delle entità extraterrestri di colonizzare gli organismi umani.

Progetto ambizioso, Nel frattempo sulla terra così convoca e confronta in modo sincronico l’infinità invisibile dell’universo spaziale con l’inesprimibile interiorità dell’ente. L’essere più profondo di Elsa viene contaminato da un’entità capace di decidere per lei, riducendola al livello di una marionetta, di un guscio spogliato della sua vera personalità. La giovane donna non è quindi molto diversa da alcuni residenti di cui si prende cura nell’EHPAD dove lavora. E quando ritorna se stessa, si ritrova di fronte a un dilemma metafisico-corniliano: chi sacrificare per soddisfare il suo desiderio egoistico di ritrovare suo fratello?

Nel corpo!

Attraente sulla carta, il film fatica a trasformare completamente il saggio. Prima imbarazzante pietra miliare: perché mai il “burattinaio” deve garantire la cooperazione volontario del suo “burattino” se riesce a controllarlo come vuole? Questa è molta (troppa) considerazione da parte di un parassita nei confronti del suo ospite. E soprattutto complicatevi la vita per niente! Se però ammettiamo l’illogica clemenza dell’entità extraterrestre, troviamo gli scrupoli e le scelte di Elsa sconsiderate – ma questo è un altro dibattito! Quando si parla ora di effetti speciali, Clapin oscilla tra un’ispirazione cronenbergiana volutamente cruenta e un bassa tecnologia più suggestiva: un’alleanza che difficilmente potrà produrre coerenza. Resta la principale risorsa del film: Megan Northam, che negli ultimi anni ha incarnato un interessante rinnovamento dei volti del cinema francese. Per fortuna finalmente ci sono gli umani.

Italiano:

Nel frattempo sulla Terra di Jérémy Clapin (Fr., 1h29) con Megan Northam, Sofia Lesaffre, Catherine Salée… Nelle sale dal 3 luglio 2024.

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